Ho letto “L’esattore” di Petros Markaris

La corruzione è come una supposta: le ci vuole la giusta dose di lubrificante.
Petros Markaris ci ha abituati, nei suoi romanzi incentrati sulla figura del commissario Kostas Charitos, a fare i conti con la crisi strisciante della Grecia. Ora, con questa ultima storia appena pubblicata, il dramma economico e sociale, prima ancora che politico, dei nostri cugini d’oltre Ionio esplode in tutta la sua violenza.
“E allora, chi ha avuto la brillante idea?”
“La Merkel, quella delizia di donna.”
“La Merkel ha detto al governo greco di ammazzare i cittadini per recuperare le imposte?”
“Lo sai di dov’è la Merkel?”
“E’ tedesca.”
“E’ una tedesca dell’Est.”
La crisi uccide i cittadini, oltre ai numerosi suicidi che ormai si contano, c’è chi si improvvisa giustiziere per i torti propri e altrui subiti dallo stato. Come questo fantomatico e autoproclamatosi Esattore Nazionale che inizia a disseminare Atene di cadaveri. Non gente qualunque, ma persone che hanno evaso centinaia di migliaia di euro o che devono allo stato cifre astronomiche. L’assassino è ben documentato, infatti si è inserito nei terminali del ministero dell’economia e della direzione imposte, e uccide a colpo sicuro dopo aver dato alle vittime cinque giorni di tempo per saldare i tributi dovuti. Il primo è un luminare delle cliniche.
Era specializzato in chirurgia dello stomaco, ma fuori dalla sala operatoria…. dava il voltastomaco. (…) Prima di aprire i suoi pazienti con il bisturi apriva loro il portafogli.
L’Esattore fa ritrovare le sue vittime in luoghi archeologici, perfettamente composte e uccise con la cicuta, l’erba che portò alla morte Socrate. Poi diffonde lettere di rivendicazione su internet, avendo cura di oscurare l’IP e quindi non lasciando traccia. Le modalità con cui opera e i segnali che lascia – una profonda conoscenza della cultura classica e l’uso delle tecnologie ad alto livello – fanno impazzire gli inquirenti che non riescono a tracciarne il profilo. Al nucleo omicidi di Charitos (ora in odore di promozione a vicedirettore della polizia), per le indagini si sono aggiunti la polizia tributaria, la divisione crimini informatici e i servizi segreti, perché la vicenda inizia ad inquietare il governo.
In tanti anni alla Omicidi ho visto gente uccisa per i moventi più incredibili, ma quello dell’evasione fiscale è la prima volta che mi capita.
La stampa vuole in pasto qualcosa, la polizia è reticente ma è l’Esattore stesso che fa conoscere il suo disegno. Grande sconcerto di tutti quando, sotto la minaccia di essere uccisi, gli inadempienti iniziano a saldare i debiti con lo stato e le finanze greche si risollevano. Siamo al paradosso: l’Esattore diventa un eroe nazionale e la gente scende in piazza per sostenerlo. Una storia davvero edificante che poi continua tra l’imbarazzo dei ministri. “Sapete come sono fatti i ministri….Ti consigliano sempre di fare quello che è evidente.”
Non vado avanti oltre nella trama che è davvero appassionante. Come sempre Markaris alterna le indagini di Charitos con le vicende della sua vita privata. Questa volta c’è l’ansia per la sistemazione della figlia Caterina che ha rinunciato alla carriera in magistratura e fa il piccolo cabotaggio in uno studio legale, ma vorrebbe trasferirsi in Africa accettando un’allettante proposta da parte dell’Alto Commissariato ONU per i rifugiati. Naturalmente la moglie Adriana – splendido stereotipo della casalinga greca, tutta cucina, chiesa e televisione – si oppone con tutte le forze.
Ci sono tre tipi di martiri nel mondo. I fondamentalisti islamici, che si fanno saltare in aria, i martiri cristiani, che si facevano sbranare dai leoni, e Adriana. Buona lettura.

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