Ho letto “Niente vacanze per l’ispettore Morse” di Colin Dexter

Un regalino d’addio, una festicciola e la speranza esilissima di trovare un altro lavoro. Anzi, per dirla tutta, praticamente nessuna speranza. All’epoca aveva quarantotto anni. Abbastanza giovane, forse, da un certo punto di vista.
La bella riproduzione della Chiesa di St. Frideswide di Oxford sulla copertina del volumetto, toglie ogni dubbio sulla sua reale esistenza. E’ la Cattedrale di Christ Church della città universitaria inglese, soltanto che l’imponenza del monumento, in stile tardo romanico con elementi gotici, contrasta notevolmente con la bassezza della storia che vi si svolge e che annovera tra le sue mura alcune morti in circostanze drammatiche. Una storia di invidie, tradimenti, scambi di persona, sesso e vile denaro, che tocca tutti i partecipanti alla ‘gestione’ della parrocchia: l’organista erotomane Paul Morris, il corista suo figlioletto Peter, l’amministratore della chiesa Harry Josephs, la sua vogliosa moglie Brenda, la piacente volontaria per le pulizie Ruth Rawlinson, il parroco stesso, reverendo Lionel Lawson, suo fratello scapestrato Philip.
…la strinse con estrema delicatezza e, per qualche secondo, il volto di lei fu animato dai fantasmi gemelli del senso di colpa e del rimpianto.
Uno di essi è assassinato in chiesa, un altro si suicida e a questi viene attribuito frettolosamente l’omicidio. Il fatto è che l’indagine è stata condotta dal sergente Bell, mentre Morse era all’estero per servizio. Dopo mesi, venuto casualmente a contatto con il mondo della St Frideswide, l’ispettore della Thames Valley Police rispolvera i fatti e non è affatto convinto del risultato dell’inchiesta. Per questo gli tocca rinunciare alle vacanze. Come suo solito Dexter non caratterizza Morse con il nome proprio (anche Ruth glielo chiede) ma questa volta azzarda una iniziale: E.
Morse ebbe la sgradevole sensazione che la signora Rawlinson intendesse approfondire argomenti quali le emorroidi e gli odori corporei molesti; ma la donna lo fissò in silenzio.
Non mi piace anticipare molto della trama, si sappia solo che Morse – usando il suo aiutante sergente Lewis come un pugile affermato tratta il suo sparring partner – prende una cantonata investigativa dietro l’altra e che questa volta non lo soccorre neppure la sua passione per l’enigmistica, parole crociate in particolare. Ho fatto notte su questo libro per arrivare al momento della confessione chiarificatrice dell’intera vicenda, cosa di cui Morse sembra essersi fatto un baffo.
Morse riprese in mano la deposizione, ne sfilò le ultime pagine, le strappò a metà e le buttò nel cestino della carta straccia.
Ancora colpi di scena in vista, fino alle ultimissime pagine!
Pubblicato in patria nel 1979 con il titolo “Service of All the Dead”, poi in Italia da Longanesi, in seguito nei Gialli Mondadori (2000), come “Delitti nella cattedrale”, e ora ripubblicato da Sellerio con meritorio rispetto della cronologia delle inchieste dell’ispettore Morse, il quarto della serie, dopo “L’ultima corsa per Woodstock” (1975), “Al momento della scomparsa la ragazza indossava” (1976) e “Il mondo silenzioso di Nicholas Quinn” (1977).
Più tardi, nel corso dell’anno seguente, Morse si prese i suoi giorni di ferie e decise un’altra volta di puntare sulle isole greche. Ma per qualche motivo il suo passaporto rimase sepolto in un cassetto e non venne rinnovato.

Share this nice post:
Questa voce è stata pubblicata in Libri. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*