Vincent, agente immobiliare di successo, giocherellone, mai cresciuto sufficientemente. Sua sorella Babou, insegnante di scuola media, mamma di Apollin e Myrtille. Pierre, marito di Babou, docente universitario, tipico esponente della ‘gauche caviar’. Il loro amico Claude, trombonista nell’Orchestra sinfonica di Parigi, amico d’infanzia di Babou e Vincent, single, modi gentili, sempre imparziale durante le dispute. Ultima a entrare in scena, Anne, imprenditrice della moda, moglie di Vincent, incinta di…… Appunto, come si chiamerà il bambino? Su questo interrogativo si scatenano tutti e cinque durante una cena a casa dei due insegnanti. Vincent vorrebbe chiamarlo Adolphe o Adolf, sorella e cognato lo giudicano inopportuno. Claude si astiene, Anne è arrivata dopo e non è al corrente della querelle. Come spesso succede – seppur di fronte a una succulenta cena etnica – la discussione degenera e coinvolge tutti, perfino su argomenti di carattere molto personale. Insomma, un ‘tutti contro tutti’, una carneficina che ricorda, fatte le dovute differenze, quella di Carnage di Polanski. In effetti i due film hanno in comune l’origine teatrale.
“Cena tra amici” si inserisce nel filone della commedia francese che ha colto molti successi anche a casa nostra. Fa sorridere, più o meno amaramente, e non si ferma in superficie. Scava in profondità e porta alla luce vizi e vezzi della società moderna. Mi sono divertito molto, sarà che ero in crisi d’astinenza da film un po’ dissacranti.
La sceneggiatura è ben calibrata, come si conviene ad una trama di origine teatrale, tranne in un unico momento – non dico quale – in cui mostra un po’ la corda. Attori centratissimi, anche perché per quattro quinti sono gli stessi della pièce teatrale, Le Prénom, scritta e diretta da Alexandre de La Patellière e Matthieu Delaporte.
E adesso, attenti alle vostre cene!
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