Ho visto “Monsieur Lazhar”

E’ un film delicato e intelligente, come sempre dovrebbe essere il cinema quando tratta storie di bambini. In una scuola di Montréal, una classe delle elementari è sconvolta dalla tragica e incomprensibile scomparsa della maestra, che si è appesa nell’aula approfittando dell’ora di intervallo. Tutti sono traumatizzati, soprattutto il bambino che ha scoperto il cadavere e una bambina che, incuriosita, si è affacciata alla porta mentre tutti i compagni erano trattenuti in cortile. La scuola avvolge i fanciulli in una affettuosa protezione, con il supporto di una psicologa, ma la preside fatica a trovare una sostituzione. Si presenta Bashir Lazhar, un immigrato algerino, che la convince, nell’emergenza, ad affidargli la classe, sorvolando sulla regolarità delle procedure. L’uomo si rivela un ottimo maestro. Conduce la classe lungo la fase acuta del dramma che ha vissuto, riuscendo a trascinarla poco alla volta, non senza difficoltà, fuori dalla depressione. In particolare si conquista la fiducia dei due bambini più esposti. Tuttavia i suoi metodi, per quanto umani ed efficaci, contrastano con le linee pedagogiche previste dall’ordinamento scolastico e volute dalla preside. Viene alla luce anche il suo segreto. In patria non ha mai fatto il maestro, era un semplice ristoratore e la sua famiglia è stata cancellata in un terribile incendio doloso. Per questo è giunto in Canada dove, dopo una lunga trafila burocratica, ha ottenuto l’asilo politico. Deve tuttavia abbandonare la scuola prima della fine dell’anno, con il rammarico dei suoi allievi che hanno ormai dimostrato di essere riusciti a superare la fase più critica delle loro tenere esistenze e di essersi così avvicinati all’età adulta.
Tra i tanti film sulla scuola, questo è uno dei più intensi. Tratta con rispetto e rigore tra i fanciulli il tema della morte, con leggerezza quasi giocosa quello della diversità etnica, solleva il problema della fisicità nel rapporto allievo-maestro, laddove un affettuoso scappellotto, una carezza o un abbraccio sono assolutamente proibiti. Emblematico l’atteggiamento dell’insegnante di educazione fisica, rassegnato a far correre i ragazzi avanti e indietro per la palestra a suon di fischietto per non doverli ‘toccare’ insegnando loro, ad esempio, il volteggio al cavallo. Ottima l’interpretazione di Mohamed Fellag, versatile attore di teatro e cinema, nonché scrittore, algerino.
Adattato da un testo teatrale di Évelyne de la Chenelière dal regista canadese Philippe Falardeau, è stato premiato a Locarno 2011. “Monsieur Lazhar” era nella cinquina per il miglior film in lingua straniera degli Oscar 2012.

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