Sono Made in Japan ma “so’ ffigli ‘e Totò!”

Sono andato alle Fonderie Limone di Moncalieri un po’ prevenuto stasera, e anche un po’ incuriosito, per vedere “Made in Japan”, per la rassegna Torinodanza Festival 2012. Poi quando ho letto il bugiardino dello spettacolo mi sono preoccupato ancora di più: hip-hop, breakdance, BOTY (Battle Of The Year). Non sembrava roba per me. E invece ho passato un’ora molto elettrizzante. Tre gruppi in scena, o ‘crews’ per essere più moderni, con caratteristiche molto diverse.
Il primo era Former Aktion, cinque giovanotti dinoccolati, attivi nel mondo dell’hip-hop. Avete presente la mimica di Totò quando faceva Ciccio Pasticcio? (Io di nome mi chiamo don Ciccio, e mi firmo don Ciccio Salsiccio, io ovunque m’impaccio e m’impiccio, dove vado vi faccio un pasticcio, e così per un puro capriccio don Ciccio Pasticcio mi sento chiamar). Questi Former Aktion non lo sanno, ma sono discendenti del grande comico. Hanno la stessa eccezionale meccanica, quasi una scomposizione del corpo, solo più evoluta e adeguata ai tempi e alle musiche di oggi.
Poi sono comparsi i Repoll:FX. Difficile immaginare dal nome di cosa si trattasse. Sono un gruppo di sei danzatori (quattro uomini e due femmine) che hanno rielaborato la jazz dance. E’ la parte più classica (e colorata) dello spettacolo. Però, ‘sti giapu!, mi sono detto. Subito mi è venuto in mente Haruki Murakami, uno dei miei scrittori preferiti, e la sua passione per il jazz. Poi ho pensato ai musical di Broadway per l’escursione nel be-bop, nel rock&roll, nella discomusic e nella fusion. Ma nella coreografia c’era un po’ di Moses Pendleton, l’inventore dei Momix, e nell’eleganza dei costumi un riferimento a Kid Creole. Naturalmente è una lettura soltanto mia……
La conclusione dello spettacolo è stata affidata ai Mortal Combat, un gruppo di sette breakdancer veramente formidabili. Si sono esibiti in acrobazie incredibili, singolarmente o collettive, sottolineate da continui applausi del pubblico. Difficile star fermi nella poltrona. Poi all’uscita dal teatro è meglio non azzardarsi, sulle ali dell’entusiasmo, a fare qualche passo di quelli visti in scena. A parte l’età, occorrono abiti molto ampi, soprattutto i pantaloni, altrimenti si corre il rischio di avere brutte sorprese. A Torino solo per due giorni.

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