Ho visto “Reality”

Film-metafora di chi ambisce ad entrare in un mondo che non è il suo e ne viene respinto. Così è per Luciano Ciotola, pescivendolo nonché, nella miglior tradizione partenopea, piccolo truffatore. Spinto dai figli a sottoporsi malvolentieri a un casting per il Grande Fratello, supera due turni di selezione, di cui uno a Cinecittà, ed è ormai convinto che lo chiameranno in trasmissione. A quel punto la sua vita cambia. Ritiene di essere spiato dalla tv, che vuole controllare il suo stile di vita, così abbandona le truffe e vende la pescheria. In un eccesso di buonismo inizia a regalare gli oggetti di casa, tra la disperazione della moglie e dei figli che lo abbandonano per un certo periodo. Ormai è fuori di testa. Si mette a fare del volontariato per una comunità religiosa, ma in fondo il suo obiettivo è sempre il Grande Fratello. Infine raggiunge la casa dove si svolge il reality, ma per restarne fuori a guardare dietro i vetri i protagonisti, come in un acquario. Ciotola osserva e ride nella notte, mentre la macchina da presa si allontana dall’alto fino a quando il teatro di posa diventa un piccolo puntino luminoso.
Naturalmente non è tutto qui il film di Matteo Garrone. Napoli assurge a emblema di una società italiana che confonde il reality con la realtà. Non a caso Enzo (Raffaele Ferrante) è diventato divo assoluto per il popolo e mito per la stessa famiglia di Ciotola che lo adora dopo la sua partecipazione al Grande Fratello. Una famiglia molto caricaturale quella di Luciano Ciotola, composta prevalentemente da ciccioni, che vivono uniti come in un clan in un palazzo napoletano dal suggestivo e affascinante degrado. Memorabilmente kitsch la scena iniziale del matrimonio. Sono splendidi i caratteristi, a cominciare dal Michele di Nando Paone (il Costabile piccolo dei due “Benvenuti….” con Claudio Bisio). Ma è sontuosa l’interpretazione che dà di Luciano Ciotola l’ergastolano Aniello Arena, formatosi come attore nel carcere di Volterra e lanciato da Matteo Garrone in questo film. Una vera sorpresa.
Commedia amara, premio speciale della Giuria al Festival di Cannes 2012.

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