Ho visto “Un sapore di ruggine e ossa”

Un concentrato di sfighe senza eguali, dal titolo fortemente suggestivo (sapore? ma potrebbe essere anche rumore, odore, sentore, colore….). Questo è il film di Jacques Audiard (già autore del bellissimo “Il Profeta” – 2009) sugli schermi in questi giorni. Dico subito che la donna della locandina (l’incantevole Marion Cotillard) è portata – a “paticolla”, come direbbe una signora che conosco – dal protagonista maschile perché ha perso le gambe in un incidente, provocato da un’orca, di cui era addestratrice, durante un’esibizione in un aquarium. Questa è la prima e la più grave delle sfighe. Ma ce ne sono altre.
L’uomo, Alì, un misto di inconcludenza e forza bruta, si ritrova all’improvviso con un figlio di cinque anni di cui non sa che fare. Entrambi trovano rifugio dalla sorella dell’uomo, cassiera in un supermercato e con un tran-tran domestico abbastanza consolidato.
Alì aveva conosciuto Stephanie in una discoteca quando ancora non aveva subito l’amputazione e la ritrova quando lei, in preda ad una comprensibile depressione, lo rintraccia al telefono. Tra i due nasce un rapporto strambo. Alì fa mille lavori, il buttafuori, il vigilante, il montatore di sistemi di controllo, ma ciò che lo soddisfa maggiormente è prendere e dare botte in incontri di lotta clandestini. Stranamente mostra una certa tenerezza nei confronti della ragazza, che gli si affeziona e vorrebbe un rapporto stabile. Poi arriva una nuova sfiga: la sorella perde il lavoro a causa dei sistemi di sorveglianza da lui montati per controllare il personale del supermercato e lo caccia di casa.
Beh….poi c’è dell’altro. Nuove sfighe in arrivo, ma il peggio è il finale edulcorato e buonista. Alì, Stephanie e il bambino si ritrovano tutti insieme come una (quasi) vera famiglia. Per di più Alì è diventato un acclamato campione di boxe.
So che questa recensione farà inorridire i molti che hanno apprezzato il film, ma io ci ho provato veramente. Ho cercato di emozionarmi per tutta la proiezione, ma non ci sono riuscito.
Disastrosa trama a parte, promuovo le due interpretazioni, oltre a Cotillard, il belga Matthias Schoenaerts. Ciascuno disegna un personaggio, più che rugginoso, direi schiantato dalla vita e con le ossa rotte (nel senso letterale del termine…), che però sa combattere e risollevarsi.

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1 risposta a Ho visto “Un sapore di ruggine e ossa”

  1. Alessandro Signetto scrive:

    si capisce che ti sei concentrato troppo sulle gambe dell’attrice ….

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