Ho letto “Re, Regina, Fante” di Vladimir Nabokov

Re, Regina, Fante. Come lui, lei, l’altro. Come zio, zia, nipote. Come Kurt Dreyer, Martha, Franz. Che sono i tre protagonisti. Via, si dirà, è il solito eterno triangolo! L’adulterio ottocentesco riproposto in salsa berlinese nel 1928: il giovane e sprovveduto Franz arriva dalla provincia a Berlino per fare il commesso nel grande emporio dello zio Kurt e ben presto diviene l’amante della moglie Martha. Tutto lì? Ci sarebbe ancora da sottolineare l’escalation dei sentimenti tra i due amanti sotto gli occhi dell’ignaro (e contento) cornuto e poi la nascita della folle idea di sopprimerlo, con un crescendo di proposte elaborate e poi accantonate. E con un’ultima sorpresa finale, quasi fosse un thriller quale in effetti non è. Ma come è scritto bene! Che lettura! Da andare in sollucchero. Non solo Lolita è uscito dalla penna di questo straordinario scrittore.
Estrapolo alcune frasi dalle pagine finali che, secondo me, curiosamente anticipano di mezzo secolo il Paolo Conte di Dancing e Boogie.
“Il tocco leggero della seta sui polpacci e la striscia della giarrettiera sulla coscia nuda erano contatti infernali”.
“Le bollicine effervescenti dello champagne pizzicavano una lingua sconosciuta…”
“Per un delizioso istante la musica riuscì a perforare la sua nebbia privata….”
“Il suo cavaliere le stava facendo una dichiarazione d’amore fatta di frasi ansimanti trovate in qualche libro osceno….”
L’ho letto in una edizione del 1974 con la splendida traduzione di Ettore Capriolo, riproposta da Adelphi nel 1996 ma con il titolo Re, donna, fante.

Share this nice post:
Questa voce è stata pubblicata in Libri. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*