Ho letto “Il gioco degli specchi” di Andrea Camilleri

Quando leggi Camilleri, o meglio le storie di Montalbano, sai a cosa vai incontro. Gli ingredienti sono sempre gli stessi e questo ti dà sicurezza. Così ti godi le inchieste senza aspettarti grandi sorprese. Anche qui ci sono le azzuffatine telefoniche con Livia, le sontuose mangiate alla trattoria di Enzo, le passeggiate ‘molo molo’, le mute discussioni con il ‘grancio’, le ‘milinciane’ di Adelina, una bonona ammiccante (questa volta è una torinese)….. La costruzione è sempre la stessa, qui la variante è che gli omicidi sono concentrati verso la fine del libro.

Una riflessione a parte merita la presenza della televisione nei romanzi sulle inchieste di Salvo Montalbano. In questo – più che in altri libri – Televigata e Retelibera incombono sulla storia, quasi a modificare il corso degli eventi. Ragonese contro e Nicolò Zito a favore di Montalbano assurgono quasi al ruolo di protagonisti. D’altra parte è reale che nei piccoli centri l’emittenza locale sia significativamente più importante e seguita delle reti nazionali (un ruolo che nelle grandi città si stempera e si perde) e quindi in grado di condizionare la vita della comunità. Parola di uno che ha vissuto a lungo sul ponte di comando di una redazione televisiva….
Tornando a Camilleri, anche “Il gioco degli specchi” è promosso.

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