Ho letto “Teoria degli infiniti” di John Banville

Che famiglia quella di Adam Godley! L’illustre studioso è colpito da ictus e (in apparenza?) incapace di intendere e volere. Al suo capezzale, nella proprietà di famiglia nella campagna irlandese, sono la moglie Ursula, il figlio Adam con la nuora Helen, la figlia Petra con il fidanzato Roddy, ognuno con le sue piccole debolezze, più altri personaggi strani tra cui Benny Grace che sembra piombare lì da un oscuro passato di Godley di cui però nessuno ha traccia. Da non dimenticare il cane Rex, che ha una funzione importante.
La prima impressione è di trovarmi di fronte ad un affresco tracciato da Banville con grossolane pennellate in tinte scure, in cui i personaggi si confondono con gli ambienti, quasi a volersi mimetizzare. Ritrovo qui il Banville di “Isola con fantasmi, di “Eclisse” come pure “La lettera di Newton”.
Poi però i personaggi prendono a muoversi come in un girotondo e allora il romanzo si trasforma in un teatrino. Non a caso è molto citato “Anfitrione” di von Kleist (una rilettura?) che la bella Helen, attrice, si accinge a recitare. Ma c’è di più: gli dèi imperversano per tutto il libro perché amano origliare le vite segrete degli altri. In particolare a Ermes tocca il ruolo di narratore e di gran burattinaio delle vicenda: ad esempio trattiene l’alba per un’ora per consentire al padre Zeus di giacere con Helen dopo aver assunto le sembianze del marito. A mio padre non piace affatto questa prospettiva di questo pranzo nel tardo pomeriggio…..il tempo è tutto fuori fase oggi, grazie a chi sapete. Si lamenta che il pasto lo terrà lontano dalla sua ragazza, e così è. C’è un limite alle mie interferenze con le fonti diurne del mondo. Trattenere l’alba di un’ora è stato un gioco da ragazzi. Ed è ancora Ermes che conduce in un’esplosione di afflato divino l’intubato e morente Adam Godley attraverso i ricordi della sua vita.
Zeus quasi non compare, ma è evocato spesso da Ermes. Anche lui adesso dorme, il mio stolido padre, dopo aver sbraitato di averne a sufficienza della volubilità delle ragazze – lui, proprio lui lamenta la volubilità – e dei loro mariti invadenti, quei poveri fessi che neppure sanno di essere cornuti. Bel tipo questo Giove, costantemente arrapato desidera tutte le donne, inevitabilmente ci ricorda qualcuno molto in alto nella politica italiana…….Era il momento di mostrare al vecchio Zeus i limiti del suo potere. Aveva approfittato della sua autorità abbastanza a lungo, rendendo parimenti cornuti dèi e uomini.….
Ma non vorrei che sembrasse un libro troppo mitologico. Infatti non lo è. Come pure il lavoro di Banville, a parer mio, non ha quelle pretese di scientificità che Piergiorgio Odifreddi (Repubblica del 4 giugno, “L’infinito di Banville, perché il romanzo non diventa scienza”) gli addebita e che gli consentono di stroncarlo: “Racconta in maniera poetica della morte di un uomo, dei suoi ultimi pensieri, dei sentimenti di coloro che gli sono vicini, della vita che continua. Ma delude chi pensa che la letteratura dovrebbe, e forse anche potrebbe, volare più alto non solo degli uomini, ma anche degli dèi”.
La riunione di famiglia al capezzale del patriarca si chiude e ognuno va per la propria strada, con la tristezza degli “infiniti”, gli dèi, costretti a fare i conti con la propria immortalità.
Tutto è fatto quaggiù, ma io non sono convinto, non ancora, benché sia vero che per creare un lieto fine bisogna fermarsi prima dell’epilogo.
Sono un ‘banvilliano’ convinto, ma consiglio questo libro solo a chi ha già letto altro dello scrittore irlandese e non si è fermato alla pur bellissima saga dell’anatomopatologo Quirke.

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1 risposta a Ho letto “Teoria degli infiniti” di John Banville

  1. nora scrive:

    avevo letto qualcosa di banville ma non ricordo cosa. Questo Infiniti mi intriga di domande . Che bisogno ha di ambientarlo in un universo ucronico? quello in cui gli dei continuano ad agire è uno dei tanti infiniti postulati da Adam ? sembra una non storia sospesa alla virginia woolf , sono gli dei a dovergli dare un senso ?
    acquista un senso definito letto tra gli altri libri dell’autore?

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