Ho visto “Amour”

Alla proiezione a cui ho assistito, in una sala mezza piena, credo di essere stato lo spettatore più giovane. All’uscita, la sala era nuovamente assediata da un pubblico anziano per la proiezione successiva. Perché, mi domando. Il film che hanno – che abbiamo – visto è amaro e dolente. Evidenzia un problema che ha toccato molti e che domani, nella grande lotteria della vita, potrebbe riguardare loro, noi, me…..
A Parigi i due anziani coniugi Anne e Georges, insegnanti di musica in pensione, vivono serenamente la loro vecchiaia, ancora pieni di interessi. Un mattina la donna ha una piccola ‘assenza’, avvisaglia un ictus che la lascia paralizzata dal lato destro del corpo. La loro vita cambia completamente e resta racchiusa nell’elegante appartamento. Georges accudisce la moglie con amore, come meglio non potrebbe, ma le cose degenerano: Anne è colpita da un secondo insulto che le toglie anche la parola. L’uomo non si perde d’animo. Se prima cercava di farla camminare, ora l’aiuta a ritrovare qualche sillaba. Tre volte alla settimana interviene un’infermiera, una seconda aiutante, dai modi irrispettosi, viene licenziata. Un paio di volte va a trovarli la figlia (marginale il ruolo di Isabelle Huppert), una musicista che vive all’estero. Si duole per la mamma, ma si scontra con il severo pragmatismo del padre. Il finale, che è anticipato dalla prima sequenza del film, è inevitabile, con il crollo psichico di Georges.
Ad ogni inquadratura, con il suo rigore stilistico, il regista tedesco Michael Haneke inchioda lo spettatore e non gli risparmia nulla di ciò che normalmente circonda una malattia del genere, neppure la dolorosa nudità della vecchiaia. I due attori sono encomiabili nel regalarci le loro interpretazioni: in fondo è la loro parabola artistica che rappresenta al meglio il passare delle stagioni. Vale per Jean-Louis Trintignant di cinquant’anni fa con “Il sorpasso” e poi con “Il conformista” (1970), vale per Emmanuelle Riva con “Hiroshima Mon Amour” (1959) e “Kapò” (1961). Il film, che ha vinto la Palma d’Oro all’ultimo Festival di Cannes, è senza colonna musicale, se si eccettuano una esibizione al pianoforte di un allievo di Anne e due brevi brani di un cd ascoltati dai due coniugi.
So già che lo vedranno in molti. Per aggrapparsi alla vita.

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