Ho letto “I re del mondo” di Don Winslow

Hai venduto l’anima e nessuno se ne accorge.
Dopo aver salvato O dalle grinfie dei sanguinari trafficanti del cartello di Tijuana (ma a quale prezzo?), come da romanzo Le belve di Don Winslow e come da film Le belve di Oliver Stone, Ben e Chon ci vengono raccontati prima che tutto ciò accada, nel prequel I re del mondo. E’ un’ardita quanto intelligente operazione di marketing globale (letterario e cinematografico) quella che ha messo insieme l’uscita del film di Stone nelle sale con la pubblicazione di questo libro. Don Winslow va a ritroso e scava nelle vite dei tre ragazzi, partendo dagli anni Sessanta, quando non erano ancora nati, ma allorché una precedente generazione di hippy e surfisti californiani, ovviamente appassionati di ogni tipo di sballo, metteva le premesse per il loro concepimento. John, Doc, Stan, Diane, Kira, Taylor, tutti a vario titolo e livello sono trafficanti, ma si rivelano anche essere i genitori di O, Ben e Chon. Per questo, anche se inizialmente in modo inconsapevole, l’amicizia tra loro è così forte.
Insieme, Ben e Chon fanno un non-violento completo. Ben è il non. Chon è il violento.
In questo prequel vengono chiariti i tratti dei loro caratteri e vengono poste le basi per la nascita della produzione della loro marijuana idroponica, così pura da risultare in assoluto la migliore. La vicenda ha il suo epilogo a Laguna Beach nel 2005 ma Winslow la alterna a racconti di ciò che accadde 40, 30, 20, 10 anni prima.
Il risultato è un po’ contorto e a lungo incomprensibile, fino alle doverose agnizioni finali, dove si capisce chi è figlio di chi ma soprattutto perché. Scopriamo inoltre perché la famiglia Sanchez diventa così potente, facciamo conoscenza con Dennis, agente federale corrotto dalla parte del bene (?) e con Lado, poliziotto corrotto dalla parte del male (!).
Simbiosi: (sost.) un rapporto stretto e spesso a lungo termine tra diverse specie biologiche. Per esempio: agenti della narcotici e trafficanti di droga.
Sembra quasi che Winslow, forte dello straordinario successo con Le belve, si diverta a calcare la mano sia sui toni del trucido (le viscere degli uccisi disposte a formare delle lettere per lasciare messaggi alla controparte…), sia del grottesco.
Ecco dove siamo arrivati, pensa mentre controlla i risultati: a cercare i nostri genitori su Google.
Winslow è talmente sicuro di sé che getta nella mischia anche il personaggio di un altro suo fortunato romanzo, il killer Frank Macchiano (da L’inverno di Frankie Machine). Avrà dovuto indubbiamente lavorare per creare una storia a ritroso che sia plausibile ma l’effetto è un prodotto tipicamente commerciale. Oltretutto la tipologia di scrittura – capitoletti flash – lascia prevedere che anche questo romanzo finisca in una sceneggiatura. Non mi stupirei di veder uscire un nuovo film l’anno prossimo.
E’ un libro che non consiglio. L’ho tollerato solo perché contemporaneamente ho visto al cinema Le belve.

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