Ho letto “Nero su bianco” di Rubén Gallego

“Come sempre nella vita, a un periodo bianco ne segue uno nero, dopo un successo vengono le delusioni. Tutto cambia e deve cambiare. Così dev’essere, così va il mondo.”
Ma attenzione, Rubén Gallego ribalta la comune concezione del bianco e del nero: “Il bianco è il colore dell’impotenza e della dannazione, il colore del soffitto d’ospedale e delle sue lenzuola. Per contro “Il nero è il colore della lotta e della speranza. Il colore del cielo notturno, lo sfondo fermo e nitido dei sogni…..il colore del mondo dietro le palpebre chiuse…..il colore della libertà….”
Comprensibile, perché il mondo di Rubén è ribaltato. E’ nato affetto da paresi cerebrale, il cervello funziona perfettamente ma può muovere solo due dita. Con queste ha scritto la sua autobiografia. A dispetto del nome Gallego è russo al cento per cento. E’ nato a Mosca nel 1968 figlio della figlia di Ignacio Gallego, segretario del Partito comunista spagnolo in esilio a Mosca durante il franchismo. Il nonno se ne vergogna e lo sottrae alla figlia affidandolo a orfanotrofi e ospedali. Solo da maggiorenne riesce a sfuggire alla sua vita da invalido e nel 2000 a ritrovare la madre.
Il libro è il resoconto duro, lucido, tenace, persino autoironico, mai straziante né indulgente, di questa esistenza.
“Mai. Una parola tremenda. La più tremenda di tutte le parole usate dagli uomini. La si può paragonare solo alla parola ‘morte’. La morte è un grande ‘mai’. Un ‘mai’ eterno che spazza via ogni possibilità.”
Ospedali, orfanotrofi, medici, inservienti, infermieri, insegnanti – e così gli sventurati compagni come lui ritenuti ‘impresentabili’ alla società – passano sotto la lente di ingrandimento di Rubén che riesce addirittura a presentare il volto umano di un sistema che non lo è affatto.
“Sono piccolo. È notte. È inverno. Devo andare al gabinetto. Inutile chiamare l’inserviente. Ho una sola possibilità: strisciare.”
Subito dopo aver letto questo libro mi è capitato di vedere al cinema il bellissimo documentario di Michael Radford “Michel Petrucciani – Body & Soul”. Secondo me nulla è mai casuale in ciò che si legge, si va a vedere al cinema o a teatro: tutto è concatenato. Oserei dire che è collegato alla propria vita o quanto meno agli stati d’animo momentanei. I parallelismi e gli spunti di riflessione tra le due opere sono molti.
“Sono un eroe. E’ facile essere un eroe. Se non hai le braccia e le gambe, o sei un eroe o sei morto. Sei condannato a essere un eroe sino alla fine dei tuoi giorni”.
Il libro è del 2003, pubblicato in Italia l’anno dopo. Ha vinto numerosi premi. Rubén Gallego oggi vive negli Stati Uniti.

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