Ho visto “Io e te” di Bernardo Bertolucci

Riduzione cinematografica dell’ultimo e omonimo romanzo di Niccolò Ammaniti, Io e te vale la pena di essere visto per la scoperta da parte di Bernardo Bertolucci dei due ragazzi che interpretano i personaggi principali: Jacopo Olmo Antinori (Lorenzo) e Tea Falco (Olivia). Entrambi superlativi nei loro ruoli e da tenere d’occhio per il futuro. In realtà Tea Falco, ventiseienne catanese, ha già al suo attivo una breve carriera teatrale, oltre ad un’apprezzata attività come fotografa, tanto che le opere di Olivia che si vedono nel film sono sue realizzazioni.
Lorenzo è un quattordicenne inquieto, ha difficoltà di relazione con i compagni a scuola, un atteggiamento morboso verso la madre, tende a isolarsi. L’aiuto di uno psicologo da cui si reca una volta alla settimana sembra non dare risultati. Nei giorni in cui la sua classe parte per una settimana bianca sulle Dolomiti, allestisce un rifugio nella cantina della casa romana e vi si nasconde. La sua ‘vacanza’ solitaria – accompagnata dai cibi, dalla musica e dai libri preferiti – viene però disturbata dall’arrivo della sorellastra Olivia, figlia di primo letto del padre. La ragazza, che Lorenzo non vede da anni, è tossicodipendente e sta cercando in quella cantina suoi effetti personali, abbandonati dopo l’allontanamento dalla casa del padre.
Anche se Lorenzo tenta di opporsi, Olivia si stabilisce lì per il resto della settimana. Tra i due la coabitazione nella cantina è difficile, complicata dalle crisi di astinenza della ragazza. Entrambi però compiono un tragitto positivo, fatto di conoscenza, di affetto, di complicità e di promesse reciproche. Alla fine della settimana, quando Lorenzo simulerà per la madre il ritorno dal Cadore, sarà un ragazzo cambiato e più disponibile verso gli altri. Olivia dal canto suo gli promette che cercherà di disintossicarsi.
Bernardo Bertolucci lascia nel finale del film un messaggio di speranza per i due ragazzi, omettendo l’epilogo tragico del romanzo di Ammaniti. Intenso e commovente è l’abbraccio tra i fratellastri al suono di Space Oddity, il successo di David Bowie del 1969, presente in colonna sia nella versione italiana Ragazzo solo, ragazza sola (il testo era di Mogol) mentre ballano, sia in originale sui titoli di coda. Una scelta davvero efficace.
E’ un piccolo film, che attinge a quel periodo della vita, l’adolescenza, che è una vera miniera per la letteratura e per il cinema. Non stona se paragonato a certi capolavori presenti nella filmografia di Bertolucci, forse segna una svolta, sicuramente la impreziosisce.
Ora ragazzo solo dove andrai
La notte e’ un grande mare
Se ti serve la mia mano per nuotare
Grazie ma stasera io vorrei morire

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