Ho visto “Un’estate da giganti”

Proprio giganti non sono, questi ragazzi che trascorrono un’estate credendo di vivere una grande avventura. Forse il titolo vuole essere ironico. Zak e Seth, due fratelli di tredici e quindici anni, da anni trascorrono l’estate parcheggiati in una residenza di campagna dai loro genitori, rimasti a Bruxelles. Prima c’era il nonno ad accudirli, ora sono soli. Per le loro scorribande nei dintorni si unisce un altro coetaneo, Dany. Dapprima fanno un giro con l’auto lasciata dal nonno e subito sono inseguiti dalla polizia. Poi si fanno delle canne. Quindi affittano la loro casa ad un coltivatore di marijuana dopo aver svenduto tutta la mobilia. Pensano di occupare uno chalet di vacanza incustodito, si sbronzano con tutto quello che trovano, si colorano i capelli di un improbabile biondo con le tinture della padrona di casa e infine sono scoperti dai proprietari e costretti a fuggire seminudi. Li soccorre una signora (Marthe Keller), con figlia down a carico. Rifocillati e rivestiti tornano alle loro scorribande: rubano una barca, si sistemano in una capanna su uno stagno che quasi subito si affloscia nell’acqua. Rimasti senza tetto e senza soldi cercano di farsi pagare l’affitto dal delinquente che li ha buggerati (Didier Toupy, un bel caratterista) ma vengono pestati a sangue. E’ ancora la stessa signora a curarli. Poi di nuovo via sul fiume, verso nuovi disastri. Il regista li abbandona sulla barca, ma quale sarà il loro futuro? Difficile pensarli allo sbando nella società di oggi.
Prima di ogni commento, occorre dire che i due fratellini sono di buona famiglia, con i genitori diplomatici o comunque dipendenti di un’ambasciata. Naturalmente non sono guidati al meglio, ma sorge il dubbio che, al netto della loro voglia di avventura, non siano intelligenti e tanto meno scaltri.
Ma quante storie con adolescenti problematici ci sta proponendo il cinema? Penso al solitario Lorenzo di “Io e te”, all’introverso Elia di “Il comandante e la cicogna” e, seppur in un contesto diverso, al ribelle Alex di “Appartamento ad Atene”. E ancora agli studenti di film diversissimi tra loro, come “Il rosso e il blu”, “Monsieur Lazhar”, “Detachment”. C’è di che meditare!
I tre piccoli attori si impongono in questa pellicola franco-belga-lussemburghese per le loro franche interpretazioni. Il film ha una ambientazione suggestiva: è stato girato nelle Ardenne, lungo il Semois, un fiume che scorre tra Belgio e Francia.

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