Ho visto “Il sospetto”

Con un titolo così poco originale si conta almeno una mezza dozzina di film. In questo caso però il sospetto non si riferisce alla gelosia di coppia (Alfred Hitchcock, 1941) né all’azione politica (Citto Maselli, 1975). Riguarda invece un tipo di sospetto assai più subdolo e strisciante, da cui non è più possibile uscire, come vedremo nel corso del film, come un’accusa di pedofilia.
Ambiente rurale in Danimarca. Comunità molto unita e incline ad una vita fatta anche di divertimento e libagioni. Lukas è un insegnante d’asilo benvoluto dai bambini, soprattutto da Klara la figlioletta del suo migliore amico, Theo. Quando la bambina gli regala un cuoricino, Lukas lo rifiuta spiegandole che dovrebbe riservarlo ai suoi genitori. Lei si risente e si ‘vendica’ raccontando alla direttrice dell’asilo di essere stata molestata da lui. In realtà Klara, poco prima, era rimasta impressionata da immagini erotiche che il fratello e i suoi amici più grandi le avevano mostrato da un tablet. La direttrice, raccolta l’accusa della piccola e ignara del suo cortocircuito mentale, si muove secondo le ‘procedure’ previste in questi casi: fa interrogare la bimba da uno psicologo, sospende il maestro, ascolta altri bambini, convoca i genitori di Klara e poi un’assemblea di tutti gli altri. Per Lukas arriva una denuncia, il licenziamento, la polizia, il carcere. Tuttavia il fermo non viene confermato perché gli elementi in mano ai giudici dimostrano che le testimonianze dei bambini sono chiaramente inattendibili. Ma per lui è la discesa agli inferi: la comunità lo ripudia, gli amici lo abbandonano, subisce intimidazioni, viene picchiato, gli uccidono l’adorato cane. Insomma, un vero linciaggio fisico e morale.
La soluzione sembra arrivare la notte di Natale quando Lukas ha un ‘faccia a faccia’ con Theo in chiesa. A casa poi Klara confessa al genitore la sua bugia. Le immagini passano a un anno dopo. Il rapporto con la comunità sembra ricucito ma durante una battuta di caccia appare chiaro che quella calunnia ha lasciato uno strascico.
Dallo stesso regista di “Festen” (1998), Thomas Vinterberg, allora giovanissimo, un bel film con tante facce nordiche, tra cui brilla Mads Mikkelsen che per questa sua interpretazione era stato premiato a Cannes 2012.

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