Ho visto “Sheer”

“Sheer” è un esordio convincente che ha il pregio della freschezza. Il ventinovenne Ruben Mazzoleni padroneggia bene la materia cinema, in virtù di un’esperienza di diversi anni come assistente alla regia (Tavarelli, Argento, Montaldo) ma credo di più ancora grazie al suo trasferimento a New York e a frequentazioni che non hanno nulla a che vedere con la metropoli patinata di tanti film. Nella Grande Mela Ruben ha avuto i maestri giusti, leggasi le scuole di regia nella patria del cinema indipendente. Va da sé che alla prima occasione utile abbia scelto le strade di New York come location e una storia che sembra presa pari pari da certi scrittori americani. Invece l’ha scritta lui, insieme a Juan Cruz Pochat, di origine argentina, che gli ha fatto anche da produttore oltre a recitare una piccola ma significativa parte. Credo che a Mazzoleni non dispiaccia sentirsi dire che “Sheer” sembra un film diretto da un americano. Tanto più che la scelta di girare in bianco e nero lo avvicina a grandi autori come Jim Jarmusch che, soprattutto nella prima parte della carriera, ha fatto del b/n una sua specificità.
La trama è presto raccontata. Si basa sull’amicizia tra due ragazzi, Nick e Joe, di comune estrazione suburbana, solo che il primo ha preso una piega positiva frequentando l’università, mentre Joe è rimasto uno scapestrato che vive di espedienti. Quando gli viene affidato l’incarico di custodire una certa borsa che scotta, Joe non trova di meglio che coinvolgere l’amico, mettendolo e mettendosi nei guai. Il plot in realtà è solo abbozzato ma è quanto basta per delineare i caratteri. Joe e Nick si muovono su un crinale pericoloso in mezzo a delinquenti di mezza tacca e a boss dai colletti bianchi. Michael Jefferson e Aaron Barcelo, al primo ruolo da protagonisti, sono due vere sorprese.
Al promettente Mazzoleni si perdonano volentieri alcune ingenuità registiche e qualche scena che sarebbe stato meglio rifare. C’è però da tener conto che il budget era bassissimo, dell’ordine di cinquantamila dollari, per cui ha già fatto dei miracoli. Dopo gli apprezzamenti negli Stati Uniti, Ruben ha trovato nell’esercente torinese Gaetano Renda, un partner coraggioso per il doppiaggio e la distribuzione del film in Italia con la sua società “Slow Cinema”. Così “Sheer” potrà uscire nelle sale a fine gennaio 2013.

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