Ho visto “The Grey”

John Ottway lavora per una compagnia petrolifera in Alaska con il compito di uccidere i lupi famelici che si avvicinano alla base. Durante l’ultimo giorno di lavoro scrive alla moglie una lettera in cui spiega che ha intenzione di suicidarsi. Ma nel momento in cui sta per puntare contro di sé il fucile viene distratto dall’ululato di un lupo nelle vicinanze e gli spara. Successivamente la squadra viene mandata a casa per una pausa ma l’aereo cade durante una tempesta. Si salvano in sette. Dopo aver composto in qualche modo i cadaveri dei compagni si rendono conto che le possibilità di sopravvivenza sono legate ad una lotta impari contro le bufere di neve e soprattutto contro i branchi di lupi che popolano quelle zone dell’Alaska. Subìto un primo attacco, Ottway conduce i superstiti lontano dal relitto dell’aereo in un marcia attraverso i ghiacci, confidando nelle proprie conoscenze sulla struttura sociale e sulle abitudini di caccia dei lupi per tenerli lontani. Il branco, spiega Ottway, ha un territorio di caccia con un raggio di 50 km, dunque bisogna uscire dal loro territorio. Impresa impossibile: i sette uomini provano ad opporsi agli attacchi ma i lupi sono i veri padroni del luogo. Per tutto il film si ripropone quindi l’eterna lotta tra l’uomo e il lupo, con tutte le valenze e le chiavi di lettura che si possono trovare. Nella lunga ed estenuante marcia nella neve, Ottway, che all’inizio del film meditava il suicidio, sarà il più combattivo e si opporrà fino all’ultimo all’assedio del branco.
Seppur lo spunto della storia (i superstiti di un disastro aereo…) non sia molto originale, “The Grey” è un gran bel film se riferito al rapporto tra uomo e natura selvaggia. Richiama pagine e pagine di letteratura epica. Il regista tenta di resistere alla voglia di virare sull’horror, ma qualche volta gli scappa la mano, facendo sobbalzare lo spettatore sulla poltrona. Interessante l’introspezione del protagonista, così come le reazioni di ognuno dei superstiti di fronte alle avversità. Liam Neeson è perfetto nella parte di Ottway, macerato tra il ricordo del padre e quello della moglie. Girato in British Columbia, dove gli ecologisti canadesi hanno vivamente protestato perché secondo loro il film metterebbe in cattiva luce i lupi….
“Ancora una volta in lotta, nell’ultima battaglia che conti di cui ho mai saputo, vivi e muori in questo giorno… vivi e muori in questo giorno…”

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