Dal romanzo al film, in arrivo “Treno di notte per Lisbona”

E’ iniziato il conto alla rovescia per la presentazione alla Berlinale di “Night Train to Lisbon”, il film che il regista danese Billie August ha tratto dallo strepitoso romanzo omonimo di Pascal Mercier. Il film può contare su un cast formidabile avendo come protagonista assoluto Jeremy Irons e poi Christopher Lee, Mélanie Laurent, Jack Huston, Lena Olin, Charlotte Rampling, Bruno Ganz, Tom Courtenay. Ne attendo con trepidazione l’uscita in Italia, verrà distribuito da Archibald Enterprise, quasi certo che non sarò deluso. Di seguito la mia recensione al romanzo, letto due anni fa.

Può un libro trasformare profondamente la vita di una persona?
Per un fortuito incontro con una donna portoghese su un ponte di Berna, Raimundo Gregorius, solitario e non più giovane professore svizzero di latino-greco-ebraico, inizia ad interessarsi a quella lingua. Mentre cerca della documentazione su Lisbona, in una libreria antiquaria viene in possesso di un libro scritto da un medico dissidente all’epoca del regime di Salazar. “L’orafo delle parole” si intitola. Il libro lo incuriosisce e cerca di saperne di più sull’autore. Gregorius abbandona di punto in bianco la scuola dove insegna e parte per Lisbona sulle tracce di un mondo per lui completamente sconosciuto. Con i timori di una personalità schiva e con il rigore scientifico dello studioso, ricostruisce passo dopo passo la vita e i legami dell’autore, morto da tempo, riannodando i fili tra chi gli è sopravvissuto. Cinque settimane dura la permanenza di Gregorius a Lisbona, durante le quali è tentato di fermarcisi per sempre. Solo i sintomi di una misteriosa malattia lo riporteranno in patria, ormai imbevuto di cultura lusitana, definitivamente cambiato. Dunque la risposta alla domanda iniziale è “sì”.
Ma è “sì” anche per me: impossibile non farsi contaminare da questo libro straordinario. C’è la voglia della fuga, del viaggio e dello straniamento: Stamattina sento che della mia vita vorrei fare qualcosa di diverso. Il mio tempo infatti scorre e può darsi non me ne resti più molto. C’è il concetto di “finis terrae” – il punto più a ovest, el fin del mundo come dicono i pescatori galiziani – che mi ha sempre affascinato. Finisterrae per gli spagnoli, Cabo da Roca per i portoghesi, Pointe Saint-Mathieu in Bretagna per i francesi. Metafora dell’ultima meta? C’è il concetto del commiato: che cosa differenzia un commiato leale da un commiato codardo? E poi ancora quello di lealtà: non si può fare degli altri le pietre da costruzione della propria vita, i portatori d’acqua nella rincorsa alla propria felicità.
Suddiviso in quattro significativi capitoli – la partenza, l’incontro, il tentativo, il ritorno – ‘Treno di notte per Lisbona’ alterna la minuziosa ricerca di Gregorius a intere pagine delle memorie di Amadeu Prado, il medico intellettuale e dissidente.
Da leggere con attenzione per la ricchezza di spunti di riflessione. Il romanzo aveva vinto il Premio Grinzane Cavour nel 2007. Pascal Mercier è lo pseudonimo di un docente di filosofia a Berlino, Pieter Bieri. Ha scritto poco e di suo, tradotto in italiano, c’è solo un altro romanzo, “Partitura d’addio” (Mondadori, 2009).

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1 risposta a Dal romanzo al film, in arrivo “Treno di notte per Lisbona”

  1. MAURO PAPAGNI scrive:

    IL LIBRO PORTOGHESE “UM OURIVES DAS PALAVRAS”
    EDIZIONI CEDROSVERMELHOS 1975 ESISTE VERAMENTE?

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