Ho letto “Un caso archiviato” di Arnaldur Indriðason

Tra i seriali nordici, Arnaldur Indriðason si conferma libro dopo libro un ottimo narratore. Li sto leggendo in sequenza (forse ne ho saltati due che recupererò). Certamente gli giovano le atmosfere islandesi che riesce a ricreare sulla carta e che sono molto affascinanti.
In questa storia l’ispettore Erlendur si intestardisce a scavare in un caso già archiviato, quello di una donna suicida in uno chalet sul lago. Contro il parere dei colleghi e dei superiori scava nella vita della donna che era ossessionata dall’aldilà e scopre molte cose. Parallelamente indaga in maniera maniacale su alcuni ragazzi scomparsi da vent’anni. D’altra parte è comprensibile perché da bambino ha visto un fratellino sparire durante una tempesta di neve.
La vicenda dei ragazzi viene risolta, per così dire, positivamente, quella della donna suicida si chiarisce ma resta il dubbio se riaprire il caso davanti a un giudice.
Vide il cancello che sbatteva, ma invece di affrettarsi a chiuderlo e tornare di corsa in casa rimase come congelata sul patio, a guardare nel buio del giardino.

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