Ho visto “Zero Dark Thirty”

Cinema di ricostruzione storica, uno di quei film che si ricordano per il complesso della vicenda e non per un attore o per una faccia rimasta impressa. Una vicenda realmente accaduta e che per di più scaturisce dalle carte segrete della CIA. Evidentemente gli americani avevano la necessità di ricostruire in immagini la scoperta del rifugio di Bin Laden, l’assalto e l’uccisione del più grande ricercato di tutti i tempi. E far conoscere la storia al mondo. Kathryn Bigelow ci è riuscita molto bene. Mai scelta è stata più azzeccata, perché la sua filmografia parla chiaro: tutti thriller e film d’azione, fino a quel “The Hurt Locker” che le è valso l’Oscar come miglior regista nel 2010 e un’infinità di altri premi. Era il drammatico film sugli artificieri sminatori americani in Iraq.
“Zero Dark Thirty” indica l’ora della levataccia, quella in cui operativamente è più facile fare le incursioni, come quella nel bunker di Osama Bin Laden in Pakistan. Un’operazione studiata per mesi, ma cercata, voluta, concepita per dieci anni dopo la strage dell’11 settembre. Il film scorre bene per 157 minuti, ma sono memorabili i tre quarti d’ora finali. Prima ci sono le schermaglie infinite nella ricerca del latitante più pericoloso per l’intero Occidente, con i contrasti tra gli agenti CIA su quali direzioni prendere nelle indagini. La spunta l’agente Maya, una giovane caparbia, che non ha avuto paura di scontrarsi con i colleghi più esperti ma meno determinati. E’ lei che ha l’intuizione giusta dopo aver fatto pedinare un possibile corriere del fondatore di al-Qaida. E allora può partire l’operazione Geronimo.
Maya, personaggio vero o inventato non ha importanza, è interpretata dall’attrice americana Jessica Chastain. E’ verosimile che le cose siano andate così, tanto più che la parte iniziale del film mostra le torture degli americani ai terroristi nei vari campi segreti. Non male come autodenuncia. Qualche grattacapo a produttori e regista il film l’ha procurato. Intanto è candidato a 5 premi Oscar. Comunque, filmone! Come si diceva una volta.

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