Ho letto “Il weekend” di Peter Cameron

“E secondo lei cos’è la bella pittura?”
“Un quadro che riesco a guardare per più di cinque secondi”
“Cinque secondi? E basta?”
“Be’, mi ha capito. Facciamo cinque minuti allora!”

John e Marian, intellettuali quarantenni, attendono per il weekend nella loro villa di campagna l’arrivo da New York di Lyle, quotato critico d’arte che è stato l’amante di Tony, il fratellastro di John. Tony è morto di Aids giusto un anno prima in quella villa e ora Lyle viene a far conoscere Robert il suo nuovo compagno.
I visi belli, di solito, sapendo di esserlo, si chiudono, ma quello di Robert no. Lyle immaginò che se avesse potuto srotolarlo come una mummia non avrebbe trovato niente di brutto o di marcio, né di rotto o di superfluo, ma soltanto pulizia e perfezione fino all’osso.
Nonostante la bellezza della natura, il fiume, l’orto con i suoi frutti coltivati da John, lo sfarzo della villa (le persone dovrebbero sempre amare il posto dove abitano), il fine settimana si carica via via di tensione. Sarà per il ricordo di Tony e dei tanti weekend che aveva trascorso con loro nella villa. Ora c’è Robert e non è la stessa cosa. Non è che non sia accettato, ma John lo evita e Marian ne patisce la schiettezza. In più c’è Roland, il figlioletto dei padroni di casa che ha solo un anno e sembra essere in ritardo con la crescita.
Alla cena del sabato sera si aggiunge anche Laura, una matura vicina venuta a conoscere il critico d’arte, di cui ha letto i libri. Ma neppure la spumeggiante neo arrivata riesce a migliorare il clima. Anzi.
Non insistere mai per avere una risposta che non vorresti sentirti dare.
Tra continue discussioni filosofiche sull’esistenza e sugli stili di vita, finisce che la coppia appena formatasi fa le spese dell’eccessiva tensione e Robert ritorna in treno a New York anzitempo.
“Te l’ho detto che i weekend in campagna con gli eterosessuali possono essere un pericolo per la salute mentale. E’ stato orribile? Avete mangiato hamburger e giocato a croquet?”.
Avrei detto che con questo romanzo Cameron fa un passo indietro rispetto ai precedenti romanzi – Un giorno questo dolore ti sarà utile (2007), da cui è stato tratto il film di Roberto Faenza del 2012 e Coral Glynn (2012) – se non fosse che è antecedente a entrambi. Risale al 1994 e nel 2000 ne è stata ricavata una pellicola con Gena Rowlands e Brooke Shields, mai uscita in Italia, ma che per la mia nota perversione sul rapporto libro-film cercherò di procurarmi.
Ma non credere che i figli ti debbano qualcosa. Se la pensate così, se pensate che quando sarete dei vecchi rimbambiti vi accudiranno, siete di un’ingenuità senza speranza.

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