Ho visto “Nella casa”

Il professore di lettere Germain assegna ai suoi studenti liceali un tema sul loro fine settimana. Il giovane Claude consegna un elaborato che incuriosice il prof. In esso, narrando dell’amicizia con Rapha, descrive la casa del compagno e in particolare la mamma, tipica donna borghese. Claude mostra un certo talento nello scrivere e il professor Germain ne resta affascinato. Invogliato a continuare a scrivere sullo stesso argomento, il ragazzo gli consegna puntualmente ulteriori approfondimenti. Si crea così un circolo vizioso, in cui la scrittura è il tramite del rapporto tra i due. I racconti di Claude si fanno sempre più pruriginosi e la narrazione diviene inarrestabile. Non si comprende più chi stia usando l’altro, né a quale punto si fermi la realtà e inizi la torbida fantasia del giovane (sempre comunque approvata dal docente). In ogni caso il ragazzo, della cui famiglia non vediamo nulla, esce vittorioso dal confronto. Il professore soccombe: ci rimette il posto e viene pure lasciato dalla moglie. Lo troviamo infine trasandato sulla panchina di un parco, al crepuscolo, mentre spia negli alloggi illuminati del palazzo di fronte e appaga il suo inutile e dolente voyeurismo.
Fabrice Luchini (il professore), pur sessantenne, ha mantenuto inalterati gli occhi e il sorriso del ragazzo dei primi film con Rohmer. La moglie Jeanne, una gallerista, è interpretata dall’algida bellezza di Kristin Scott Thomas, di cui sono un incondizionato adoratore quindi il mio giudizio su di lei non fa testo. Resta la famiglia di Rapha, prima messa a nudo e poi scarnificata dagli scritti del diabolico Claude. Famiglia benestante con villa mica male, papà prorompente (Denis Ménochet), un po’ grossolano, del tipo ‘soldi-carriera-auto’, maniaco del basket, che soggioga il figlio vigliacchetto. La mamma Esther, carnosa e sognatrice, è Emmanuelle Seigner.
Il film, diretto da François Ozon, è basato su un testo teatrale dello spagnolo Juan Mayorga.
Non resta che riflettere sul fascino della scrittura, sulla sua forza in grado di scardinare rapporti anche solidi, di farsi passepartout per aprire porte e guardare molto da vicino nella vita della gente.

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