Ho visto “Solo Dio perdona” di Nicolas Winding Refn

Le premesse c’erano tutte, stesso regista e stesso interprete di Drive, un film che mi era piaciuto assai: il danese quarantenne Nicolas Winding Refn e il bel Ryan Gosling. E poi c’era la mia cinquantenne preferita, Kristin Scott Thomas, di cui non mi perdo un film. Invece mi sono trovato di fronte una lamata, nel senso che il poliziotto Chang (Vithaya Pansringarm) usa molto la lama (una katana corta?) che porta appesa dietro la schiena sotto la giacca. Più che un poliziotto è un giustiziere, che squarta, sgozza, mutila, tortura. Oltre ad essere una lamata, il film è ovviamente sanguino-lento, nel senso che il sangue esce a fiotti da corpi squartati (Nicolas Winding Refn non nasconde neppure le trippe) e poi è anche lento. Per fortuna è poco parlato. Dimenticavo, il nostro Chang è  canterino: dopo ogni squartatina prende il microfono e si fa una cantata in thailandese. Siamo nella Bangkok delle luci rosse, dei bordelli, degli alberghi malfamati, dei bassifondi. Sotto la copertura di una scuola di thaiboxe operano i fratelli Billy e Julien, spacciatori di eroina e cocaina in grande stile, sotto la direzione della madre che se ne sta negli Stati Uniti. La morte di Billy, ucciso dal padre di una ragazzina che ha appena violentato e massacrato, scatena una catena di vendette in cui è coinvolta la signora Jenna, che si precipita dagli USA per ritirare la salma del primogenito. Signora, si fa per dire, perché è di una ferocia e una volgarità bestiali e poi sotto sotto, ma neanche tanto, c’è di mezzo Edipo. Scena madre al ristorante, in cui Jenna racconta a una pseudo-fidanzata di Julien la differenza tra gli ‘arnesi’ dei due figli….. Alla fine la ‘giustizia’ trionfa e chi perdona soccombe. E il nostro Chang si fa un’ultima cantatina.
Credo di averlo massacrato a sufficienza, ma neppure immergendomi nel mondo delle filosofie orientali e delle arti marziali, riesco a sopportarlo. Per essere un film di serie B tuttavia la scelta degli interni (a dominante rossa) è molto accurata. Almeno quello.
Capisco la fretta di crescere di Ryan Gosling (qui interpreta un giuggiolone poco reattivo e soggiogato prima dal fratello e poi dalla madre) che lo porta ad accettare qualsiasi ruolo, ma Kristin Scott Thomas (insopportabilmente bionda) perché l’ha fatto?
Nicolas Winding Refn ha dedicato Solo Dio perdona al regista cileno Alejandro Jodorowsky.

 

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