Ho letto “Maigret si confida” di Georges Simenon

Entrambi erano a volte costretti, in virtù del mestiere che avevano scelto, a prendere una decisione da cui dipendeva il destino degli altri. Nel caso di Pardon un destino di vita o di morte.
Maigret e signora sono diventati buoni amici dei coniugi Pardon con i quali si scambiano periodici inviti a cena. Durante queste serate Pardon, che è medico, riceve spesso telefonate da suoi pazienti. Queste interruzioni inducono Maigret a confidarsi con l’amico su un caso che l’aveva fatto rimpiangere di essere entrato nella polizia: un uomo, condannato per omicidio, che si è sempre proclamato innocente. Nessuna prova concreta, nessuna testimonianza attendibile, la mancanza dell’arma del delitto, solo indizi.
A mezzogiorno e dieci il commissario fece entrare nel suo ufficio Adrien Josset, un bell’uomo di quarant’anni, appena un po’ appesantito, dall’aspetto elegante nonostante la barba lunga e gli abiti un po’ sgualciti.
Maigret confida a Pardon in un lungo dialogo la sua scarsa convinzione circa la colpevolezza di Josset, accusato dell’omicidio della moglie Christine. Entrambi sono industriali farmaceutici, gente del bel mondo parigino, e il giudice di turno, Comelieu, fa pressioni per chiudere in fretta l’indagine.
La sua conversazione con il dottor Pardon era scandita da silenzi durante i quali tirava lente boccate dalla pipa, come per lasciare al contenuto delle sue frasi il tempo di prendere forma.
Le perplessità di Maigret crescono mano a mano che si addentra nella vita privata della coppia, scoprendo i vizietti della signora Josset, non già una specchiata ereditiera,  ma una vera e propria mantide con decine di giovani amanti, tale da far impallidire la relazione del marito Adrien con la sua giovane dattilografa Annette.
Un sangue il cui tasso alcolico, secondo il medico legale, indicava che Christine Josset era ubriaca quando era stata aggredita.

Niente da fare dunque per Maigret che assiste al processo confuso tra il pubblico, celando a stento il proprio disagio di fronte a quella conclusione. Nonostante si sia affidato ad un principe del foro, Josset viene condannato e il commissario Maigret si chiede come sia possibile in due giorni di udienza e una decina di ore complessive di dibattimento delineare a persone all’oscuro di tutto i caratteri dell’imputato, dell’uccisa e dei personaggi secondari.
Cinquantaquattresima inchiesta della serie, scritta come tante a Noland (no land) nel 1959, ha dato origine a due adattamenti televisivi.
“Mi sono sempre chiesta come lo fa, lei”.
Parlavano del coq au vin che era stato servito a cena.

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