Ho visto “Il Mondo di Mad” di Anna Di Francisca

Non sapevo nulla di Maddalena Sisto prima di occuparmi di questo film.  Poi ho visto le foto delle donnine disegnate e mi sono ricordato che, negli anni, dovevo aver già visto qualcosa del genere sui giornali femminili. Infine ho visto il film che Anna Di Francisca ha diretto e che i miei amici di Stefilm hanno prodotto. Il Mondo di Mad è una chicca sull’universo della moda, ma soprattutto è la celebrazione di questa grande – come definirla? – giornalista, illustratrice, sognatrice che ha attraversato trent’anni di moda italiana. Nel mondo di Maddalena ci accompagnano Fiorucci e i Missoni, Benedetta Barzini e Franca Sozzani, art director e designer, tutti accomunati da un profondo affetto per Mad. Ma è il marito Riccardo Legnani che ci restituisce il ricordo più intimo e vero dell’artista, quando rammenta di aver conosciuto la vera Maddalena solo dopo la sua prematura morte, avvenuta nel 2000 (aveva solo 49 anni), quando è riuscito a entrare nel suo mondo e a comprenderne appieno l’opera.
Nata ad Alessandria, Maddalena Sisto aveva sognato Milano e la moda fin da piccola. Femminista ante litteram, dopo aver iniziato scrivendo didascalie, si è scoperta una grande capacità di riprodurre con pochi tratti di matita gli abiti durante le sfilate. Non solo, “invisioning” è definita la sua opera “immaginare un capo che è solo descritto a parole”. Ben presto ha iniziato a lavorare per Vogue Italia e da allora ha racchiuso nei suoi schizzi per Armani, Fiorucci, Ferré, Versace, Trussardi la storia della moda italiana. I suoi disegni rispecchiano con ironia le influenze che la moda ha avuto sulle donne e come sia stata a sua volta reinterpretata.
D’altra parte, che poca cosa sarebbe la moda senza l’ironia? “Ridere non è deridere” dice Maddalena in una delle preziose sequenze di repertorio che arricchiscono il film. Gianfranco Ferrè così ne commenta l’opera: “Mad aveva bisogno di pochi segni, veloci, leggeri, un po’ nervosi. I suoi disegni racchiudevano tutto: ironia, eleganza, talento… non c’era solo lo stile dell’abito, ma il carattere del personaggio che rappresentava, i suoi capricci, la sua anima”. Dunque Mad, da vero genio, era riuscita a sdrammatizzare il mondo della moda.
Con i 12.000 disegni lasciati, l’esaustivo materiale d’archivio ritrovato e l’uso di animazioni appositamente realizzate da Zoltan Horvat, la regista Anna Di Francisca ha realizzato un film sorprendente.
Horvat, che è co-regista, ha  compiuto un lavoro eccezionale, dando movimento ai disegni di Mad in un montaggio che può sembrare eccessivo (le figurine si arrampicano addirittura sui personaggi durante le testimonianze…) ma che è semplicemente originale e intelligente. I suoi soggetti sono sempre donne, esili e dai piedi smisurati: le donne scialbe e tristi della sua infanzia, le ‘signorine’ libere, sensuali e affascinanti del mondo della moda, le donne lievemente nevrotiche degli anni Ottanta e Novanta. Nel montaggio i frammenti dei cinegiornali Radar dell’epoca documentano l’evoluzione dell’abbigliamento femminile attraverso i decenni, così come i mutamenti nella società italiana. Per contro per gli uomini provava scarso interesse dal punto di vista artistico: così scialbi e noiosi non innescavano la sua curiosità.
Quella di ieri al Cinema Centrale di Torino, per la rassegna Aiace Summer, è stata una ‘prima’ assoluta per l’Italia. Per ora ci sono solo trattative  per la distribuzione del film nel nostro Paese. Ma, come è nella filosofia produttiva di Stefilm che privilegia l’estero – dove a differenza dell’Italia esiste una vera e propria cultura nei confronti del genere documentario, sia cinematografico che televisivo – Il Mondo di Mad è stato prevenduto alle tv di Finlandia, Olanda, Svezia e alle tre reti della tv svizzera.

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