Ho letto “Nel segno della pecora” di Murakami Haruki

La spasmodica ricerca di una pecora, bianca con una macchia a forma di stella color caffè sulla schiena, di una razza sconosciuta, è al centro di questo romanzo di Murakami. Appare in una fotografia in mezzo ad altre pecore e la fotografia è pubblicata in una newsletter curata da un giovane pubblicitario. Un personaggio inquietante chiede che la pubblicazione venga ritirata o l’agenzia verrà fatta chiudere. Perché l’uomo è l’emissario di un personaggio potentissimo, un politico di destra: il Maestro.
“Il Maestro ha il totale controllo della nave dello Stato…..Abbiamo inglobato ogni cosa: il mondo della politica, quello della produzione, i mezzi di informazione, la burocrazia, la cultura….non può nemmeno immaginare fin dove si estenda la nostra influenza……Malgrado tutto, l’organizzazione ha un punto debole, la morte eventuale del suo capo. Se muore lui, l’impero va a rotoli.”
Se qualcuno ha pensato a Berlusconi, è fuori strada: Haruki Murakami ha scritto il romanzo nel 1982 ed è stato pubblicato in Italia solo nel 1992.
Il Maestro soffre di gravi mal di testa dovuti ad un aneurisma in formazione nel suo cervello. Le medicine gli procurano delle visioni, in particolare una pecora con una strana macchia sulla schiena. Di qui scatta la ricerca del particolare ovino, nella quale si impegna il ragazzo. Aveva avuto la foto – autentica – da un amico, il Sorcio, scomparso da qualche anno e che vive probabilmente nella regione dell’Hokkaido. Il giovane pubblicitario è costretto ad accettare l’incarico, ha tempo un mese per trovare la pecora e si fa accompagnare dalla sua ragazza che ha orecchie bellissime e facoltà straordinarie.
Da questo punto la storia prende una dimensione onirica e sovrannaturale pur mantenendosi ancorata a descrizioni particolarmente realistiche.
“Tuttavia si può ritenere che la casualità non esiste. Ciò che è accaduto è accaduto, senza se e senza ma, e ciò che è di là da venire, è di là da venire. Insomma la nostra fuggevole esistenza è stretta fra quanto abbiamo alle spalle e il nulla che abbiamo davanti, e non c’è posto per il caso né per l’eventualità.”
Compaiono personaggi strani, il professor Pecora, l’Uomo Pecora……lo stesso Sorcio si palesa alla fine. Il protagonista, che narra in prima persona, è un concentrato di ansie, dubbi e problemi dell’uomo moderno.
L’epilogo è sconvolgente, ma quando si è entrati in quella dimensione surreale tutto è possibile.
Libro molto bello!

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