Ad Avise la magia della musica e dei balli di Etétrad

Affido ad alcuni momenti e altrettante immagini, nell’impossibilità di consegnare a uno scritto tutte le emozioni e le sensazioni provate a Ététrad, la sintesi di ciò che è stata per me questa esperienza vissuta full immersion tra i monti della Valle d’Aosta e più precisamente tra le vigne e i villaggi di pietra di Avise. Era una prima volta, le sedici edizioni precedenti erano passate senza che me ne accorgessi, tranne l’anno scorso quando Marta aveva collaborato all’organizzazione e me ne aveva parlato con un certo entusiasmo.
La prima immagine che voglio ricordare è legata a due ospiti stranieri che non erano in programma e che solo la felice intuizione di Alberto Visconti, cantante e leader degli Orage, ha condotto in Valle. A festival ormai iniziato, Alberto ha scovato a Trieste due musicisti di strada di un certo talento e li ha portati con sé ad Avise. Olena e Martin si sono così esibiti per due sere come fuori programma rispetto al cartellone di Ététrad. Ucraina lei, moldavo lui hanno proposto musiche popolari francesi, irlandesi e baltiche in perfetta sintonia con Ététrad. Entrambi erano il ritratto dell’incredulità, espressa poi con mille ringraziamenti all’esibizione di domenica. Martin ha suonato il violoncello, Olena il violino e uno strano strumento tardomedievale svedese chiamato moraharpa, che è poi della stessa famiglia della ghironda. Mi sembra addirittura superfluo dire quanto la musica unisca i popoli.
La moraharpa di Olena mi dà l’occasione per parlare degli strumenti musicali di tutte le epoche che Sandro Boniface ha raccolto in trent’anni di ricerca e una parte dei quali ha presentato nei giorni di Ététrad al castello di Avise. La domenica mattina ho avuto la fortuna di visitare la mostra in via riservata, con Sandro che mi spiegava con orgoglio e entusiasmo la storia della fisarmonica, a partire dall’invenzione dell’ancia libera. E poi tanti strumenti a fiato, a corda come la ghironda, o semplici pezzi d’osso, di legno, di metallo che in epoche neanche troppo lontane servivano per comunicare gioia, lutto o semplicemente la presenza dell’uomo e degli animali. Strumenti originali, altri ricostruiti, che costituiscono una collezione davvero unica, ricca di fotografie e documenti d’epoca, e meritevole di essere conosciuta e valorizzata.
Se l’organetto è stato giustamente lo strumento principe di Ététrad – indimenticabile l’esibizione del Triotonico con Riccardo Tesi, Simone Bottasso e Filippo Gambetta, applauditissimi – per me un momento da ricordare è stato l’incontro con Massimo Castagnari, della famiglia dei famosi costruttori di organetti di Recanati, fin dal 1914 un punto di riferimento importante nel panorama musicale di tutto il mondo. Fanno strumenti usati dai più grandi artisti, compreso Sting che ne ha ordinato uno nel 2011. Quasi tutti sono costruiti a misura del cliente, assecondando le richieste sonore più esigenti. Nonostante il difficile momento economico, a Recanati lavorano molto e resistono, soprattutto grazie all’esportazione (i Castagnari vendono all’estero il 90 per cento della produzione) verso paesi dove l’organetto viene addirittura insegnato nelle scuole (Spagna, certe zone della Francia…). Il fatto che Massimo Castagnari fosse presente ad Avise tre giorni su quattro di Ététrad, avvalora ulteriormente la ricchezza artistica della rassegna: trenta gruppi, oltre cento musicisti e …tantissimi organetti.
Ad Avise pensavo di trovarmi di fronte a una normale rassegna musicale. E invece ho scoperto che prevale l’aspetto balfolk e che esiste un mondo di persone che si spostano, talvolta facendo centinaia e centinaia di chilometri (ne ho conosciute), per andare a rassegne di questo tipo. Grandi gruppi hanno fatto musica da ascolto, anche molto raffinata, e loro in un angolo della sala a ballare ugualmente vari tipi di courenta, bourrée a due e tre tempi, chapelloise, gighe, scottish… finora arabo per me, e talvolta anche tentando di danzare l’in-ballabile.
Un’immagine che rappresenta bene e sintetizza tutto ciò che ho vissuto dal 22 al 25 agosto a Ététrad 2013 è quella della bimba che osserva un gruppo di musicisti all’opera in una piazzetta di pietra della frazione Runaz durante un concerto-aperitivo pomeridiano. In questo caso si tratta del Trio Mammut che interpreta melodie della valli occitane. Ma ci sorprende l’attenzione che la bambina presta alla musica e seppur ritratta di spalle possiamo intuirne l’espressione di gioia, stupore, curiosità di fronte agli strumenti. Ed è questo lo spirito del festival creato dai Trouveur Valdotèn.

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