Ho letto “La vita istruzioni per l’uso” di Georges Perec

E’ un libro che mi ha impegnato per quasi un mese, nella mia edizione fatto di 570 pagine fitte fitte, di cui ben settanta dedicate all’indice dei nomi, tanti e tali sono i rimandi a possibili approfondimenti. E’ per questo che Italo Calvino nelle sue Lezioni americane lo aveva definito un iper-romanzo, paragonandolo anche, per le mirabilie contenute, a Le mille e una notte.
E’ impossibile descriverlo compiutamente. Perec immagina uno stabile parigino, all’11 di Rue Simon-Crubellier, un palazzo di dieci piani, cantine e soffitte comprese. Per ognuna delle stanze c’è una storia, anzi diverse storie, tante quante sono le persone che vi hanno abitato. Poi ci sono tante elencazioni di oggetti (che ho letto fino all’ultima parola), cataloghi addirittura come quello della fabbrichetta della signora Moreau oppure elenchi di vini contenuti nelle cantine.  A volte Perec apre un libro o punta lo sguardo su un quadro e ne racconta le vicende che da essi trapelano.
Le pareti della stanza sono laccate di bianco. Vi stanno appesi parecchi manifesti incorniciati. Uno di quelli raffigura quattro monaci a tavola con espressione ghiottona davanti a un camembert sull’etichetta del quale quattro monaci con espressione ghiottona – gli stessi – sono di nuovo a tavola.
Sono un’infinità i giochini di questo tipo che Perec ha inserito nel romanzo, anzi nei tanti romanzi che si aprono in queste pagine. Le descrizioni delle stanze poi sono maniacali, dai pavimenti alle pareti, ai mobili, agli infiniti oggetti di cui le stanze sui dieci piani sono disseminate: Le scatole di cacao Van Houten, le scatole di Banania…i pacchi di thermogène con il diavolo sputafuoco disegnato da Cappiello…
Per alcune famiglie sono delineati interi alberi genealogici a partire dai tempi della rivoluzione francese. La storia principale è quella che riguarda l’eccentrico miliardario Bartlebooth e il suo progetto: imparare a dipingere acquerelli di marine in tutto il mondo e spedirli secondo scadenze prestabilite ad un artigiano che dopo aver incollato i fogli di carta su supporti in legno realizza dei puzzle. A tempo debito la carta sarà staccata e ricomposta in fogli come gli acquerelli originari che saranno rispediti sui luoghi dove sono stati dipinti e infine sciolti nell’acqua fino a diventare carta completamente bianca. Lo stravagante Bartlebooth morirà però prima di aver completato il suo progetto.
Così non sarebbe rimasta traccia alcuna di quella operazione che, per cinquant’anni, aveva completamente mobilitato il suo autore.
Fortunatamente il libro è suddiviso in capitoli brevi che almeno consentono una lettura compiuta delle singole storie, mentre una illustrazione con la dislocazione di appartamenti, cantine, soffitte, locali di servizio ne facilita la comprensione topografica.
Sicuramente tornerò a Parigi prima o poi e mi piacerebbe andare a cercare questa via e questo palazzo, inesistente, ma che resterà ben collocato nella mia mente.
Gli abitanti di uno stesso edificio vivono a pochi centimetri di distanza, separati da un semplice tramezzo, e condividono gli stessi spazi ripetuti di piano in piano, fanno gli stessi gesti nello stesso tempo, aprire il rubinetto, tirare la catena dello sciacquone, accendere la luce, preparare la tavola, qualche decina di esistenze simultanee che si ripetono da un piano all’altro, da un edificio all’altro, da una via all’altra. Si barricano nei loro millesimi – così si chiamano infatti – e vorrebbero tanto che non ne uscisse niente…
L’ho tenuto a bagnomaria per due anni da quando mi è stato regalato (era il Natale 2011) poi sono maturate le circostanze per leggerlo. Ringrazio la persona che me ne ha fatto dono, non per il libro, ma per la considerazione nei miei confronti che era implicita. Da solo probabilmente non lo avrei mai scelto né letto.

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1 risposta a Ho letto “La vita istruzioni per l’uso” di Georges Perec

  1. Alberto Maragliano scrive:

    Perec è il creatore di Bartlebooth, pittore di marine dilavate…
    Baricco è il creatore di Bartlebloom, collezionista di marine dilavate…
    Domanda: esiste un rapporto tra Perec e Baricco?
    Grazie.

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