Ho visto “La vita di Adele”

Adèle, liceale e futura maestrina, ha una sua prima volta con un compagno ma non riesce a invaghirsi del tutto. E’ incuriosita però dai capelli blu di Emma, una studentessa di belle arti, più grande di lei di qualche anno, a sua volta futura affermata pittrice. Dopo le prime inevitabili schermaglie, tra le due ragazze si accende l’amore. Se per Emma la vita poco cambia, si tratta solo di un cambio di partner, per Adèle è la rottura con il mondo della sua scuola, fatto di pomeriggi e di festicciole con i compagni: in un sol colpo evade dalla sua adolescenza per diventare ‘grande’. Inizia un ménage tenero ma anche molto fisico. E se per Emma il rapporto è esclusivo e totalizzante, per Adèle c’è spazio per qualche ripensamento etero che le costa l’espulsione dalla vita della compagna. Donne fatte, si ritrovano anni più tardi: Emma, come detto, è una pittrice quotata, ha perso la colorazione blu nei capelli e ha trovato equilibrio con una nuova compagna e la sua bambina; Adéle è una maestrina che ama molto il lavoro con i suoi allievi, ma sentimentalmente è ancora alla ricerca di un indirizzo.
Film molto brutto e insopportabilmente lungo e noioso. Alla proiezione ho sentito sghignazzi (da parte di donne) e all’uscita perfidi commenti. Le scene di sesso sono molto insistite: il primo amplesso tra le due ragazze dura quasi sette minuti (l’ho cronometrato) e non lascia nulla all’immaginazione, anzi rappresenta un catalogo, esauriente credo, di tutto quanto si può fare tra donne. Poi ne seguono altri di durata inferiore (ormai il più è fatto…). Per fortuna c’è spazio per il cibo, succulenti spaghetti e ostriche, e per ottimi vini negli incontri con le rispettive famiglie o con gli amici. E per alcune scene scolastiche che sono da salvare. Brave, non c’è che dire, le due protagoniste, se è questo che il voyeuristico regista franco-tunisino Abdellatif Kechiche voleva ottenere. Adèle Exarchopoulos, l’Adèle protagonista, ci mette tante lacrime e soprattutto moccio a chili da un naso continuamente grondante. Ha vent’anni e promette bene. Léa Seydoux è Emma, statuaria e assai più affascinante con i capelli blu.
La vita di Adéle, ispirato a un romanzo a fumetti, ha vinto la Palma d’Oro all’ultimo festival di Cannes ed evidentemente io non sono in linea con la critica corrente.

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