Ho visto “Still Life”

Povero John May, una vita rigorosa, metodica, meticolosamente organizzata. Tanto che per attraversare la strada, pur con semaforo verde, guarda a destra e sinistra ancora tre volte. E quell’unica volta in cui, preso da probabile infatuazione amorosa, taglia la strada quasi di corsa senza badare… beh, avete capito. John è un funzionario comunale con un ruolo particolare: si occupa dei morti che non hanno lasciato familiari né contatti. Lui entra nelle loro vite e indaga per cercare qualcuno che si possa far carico dei funerali o almeno presenziarvi, altrimenti provvede la municipalità.  John May, solitario a sua volta, svolge il suo lavoro con una abnegazione che travalica le strette direttive comunali, organizza dignitosi funerali personalizzati intuendo le caratteristiche del morto e vi assiste da solo, predispone tombe, cremazioni, dispersione delle ceneri, dispone l’invio all’asta o al macero dei beni dei defunti. E’ un lavoro che richiede tatto, disponibilità, passione. Ma il comune vuole rivedere l’organizzazione, contenere i costi, diminuire i tempi di permanenza dei cadaveri negli obitori, evitare di provvedere a sepolture dispendiose. Di fatto John May è licenziato, a 44 anni e dopo ventidue di onorato servizio. Rimane da concludere un’ultima pratica, Billy Stoke, un semibarbone trovato morto in casa dopo parecchi giorni. John prende a cuore anche quest’ultimo caso, ne ricostruisce i legami, contatta amici, vecchi commilitoni, compagni di lavoro, amanti, mendicanti che hanno condiviso l’ultima parte della sua vita, tutti sparsi per l’Inghilterra. Infine, grazie ad un vecchio album di fotografie trovato in casa sua, rintraccia la figlia. Quella che sembrava essere l’ennesima sepoltura di routine si anima invece di tutti questi personaggi. Solo John non sarà presente, perdendosi l’unica persona che avrebbe potuto cambiare la sua esistenza. Di fatto ha vissuto e lavorato per tante persone scomparse, di cui ha conservato una foto ricordo in un suo personalissimo album, e queste, come tanti angeli o nature morte per dirla come il titolo, si affolleranno intorno alla sua tomba.
Eddie Marsan ha il volto e il fisico giusti per impersonare l’oscuro, triste, ordinario funzionario comunale, tanto più se dedito a incombenze funebri. La sua interpretazione è perfetta e rimarrà impressa a lungo. Di Uberto Pasolini ricordavo l’attività di produttore. Con Still Life che ha scritto, diretto e prodotto, tocca livelli di assoluta poesia. Una vera sorpresa.

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