Ho rivisto “I sogni segreti di Walter Mitty” di Ben Stiller

Ieri sera ho rivisto in tv dopo quattro anni I sogni segreti di Walter Mitty di e con Ben Stiller. Ricordo ancora nei giorni di Natale del 2013 il faraonico lancio pubblicitario che ne avevano fatto a Parigi. Non potevi entrare in metrò senza che gli occhi di Stiller/Mitty ti seguissero ovunque. Il film era uscito quasi in contemporanea in tutto il mondo, Stati Uniti compresi. Non mi pare avesse fatto grandi incassi e in ogni caso aveva funzionato di più in Europa che negli States. E’ curioso come la percezione di un film cambia con il passare del tempo. Rivedendolo, mi è parso un apologo sulla crisi dell’editoria e la fine di un rapporto di lavoro, piuttosto che una commedia fantastica, tradendo in qualche modo lo spirito del racconto di James Thurber da cui è tratto e dal quale nel 1947 era derivato il film di Norman McLeod Sogni proibiti con Danny Kaye. In origine Walter Mitty era un impiegato ‘sognatore’ di una casa editrice e la pellicola aveva una trama da commedia ‘gialla’.
Nella versione 2013 Walter Mitty è un dipendente della rivista Life dove è occupato in qualità di capo dell’archivio fotografico. L’indole è sempre quella del sognatore ad occhi aperti: si incanta spesso sia sul lavoro che per strada. La nuova proprietà chiude la versione cartacea del settimanale (cosa realmente accaduta nel 2007) e in quel frangente Walter perde un’importante pellicola, la foto n.25, che gli è stata trasmessa da un celebre fotografo per comporre la copertina dell’ultimo numero. Nonostante sia destinato al licenziamento, Walter Mitty mette da parte i sogni e si impegna nella ricerca della foto smarrita e così si ritrova sulle tracce del fotografo in Groenlandia, in Islanda e infine sulle montagne dell’Afghanistan. In lui prevale il senso del dovere e la volontà di non lasciare una macchia sulla propria carriera lavorativa, come quella di aver perduto anche una sola fotografia.
Seguo Ben Stiller dai tempi di Tutti pazzi per Mary, la sua comicità demenziale mi diverte sempre, ma in questo film prova a cimentarsi con qualcosa di più alto. A mio parere ci riesce. Gli sono accanto Shirley McLaine (la madre Edna Mitty), Kristen Wiig (Cheryl, l’oggetto dei suoi sogni), Adam Scott (l’insopportabile ‘padrone’ del giornale) e Sean Penn che si cuce addosso il cammeo del fotografo Sean O’Connell. Davvero un bel film.

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