Ho visto “Nymphomaniac” volume 2

Le cerca tutte la povera Joe per provare uno straccio di orgasmo, ma non ci riesce. Il film, trattandosi di un’opera unica divisa in due per esigenze di mercato, ovviamente riparte da dove si era fermato Nymphomaniac volume 1. Ora Joe vive con Jerôme un ménage in apparenza tranquillo. Hanno anche fatto un figlio, il piccolo Marcel. Ma la triste parabola della donna non è finita. Continua nella sua discesa verso il degrado: mi sembra persino superfluo fare l’elenco di ciò a cui va coscientemente incontro. Ad una vigilia di Natale, messa alle strette dal compagno, fugge ancora verso un ‘ambulatorio’ sadomaso che ha preso a frequentare. Perde così definitivamente sia Jerôme che il figlioletto. Tutto questo mentre il suo racconto si alterna con i commenti dell’anziano Seligman che l’ha accolta in casa. Questa volta non più metafore e parallelismi tratti dalla botanica e dalla pesca, l’uomo le parla ancora di musica e si spinge a disquisire di storia delle religioni, di oriente e occidente, addirittura del nodo autobloccante prusik, ben noto a tutti gli alpinisti.
Joe partecipa senza successo a riunioni di gruppi di donne sessodipendenti, perde il lavoro per la nomea di mangiatrice di uomini che si è fatta in ufficio, si dedica infine al recupero crediti ma con modalità molto molto spicce nelle quali l’aiuta la sua lunghissima esperienza in fatto di sesso e dei gusti degli uomini.
Qui la sua storia ha una battuta d’arresto perché l’incontro non previsto, dopo tanti anni, con Jerôme la riporta alla situazione iniziale del primo film: svenuta, pesta, sanguinante e puzzolente in un lurido cortile. Ma non è l’ultima sorpresa: Lars von Trier ne riserva un’altra e questa volta riguarda Seligman.
Questa seconda parte – da voltastomaco – fa rivedere in negativo il giudizio complessivo sull’opera di von Trier.  Charlotte Gainsbourg, esageratamente brava nel ruolo complicato di Joe, fa la parte del leone. Alcuni personaggi sono individuati solo con una lettera, come già la signora H della prima parte. Sono P (Mia Goth) la ragazzina con la quale Joe vive una parentesi lesbica. L (Willem Dafoe), il ‘datore di lavoro’ di Joe quando decide di far parte della banda dei cravattari. Ma se vi arrovellate per ricordarvi dove avete visto l’attore che interpreta K, sappiate che è Jamie Bell che nel 2000 era stato il dolce e tenero Billy Elliot. Oggi ha 28 anni e la faccia sadica del fustigatore a sangue delle belle chiappe di Charlotte Gainsbourg. E non solo.
In colonna sonora, tra gli altri, Mozart (Requiem Aeternam), Beethoven (Per Elisa), Wagner (Das Rheingold), Handel (Lascia ch’io pianga) che von Trier aveva già utilizzato in Antichrist… Ma quando sui titoli di coda ho sentito la figlia di Serge Gainsbourg e Jane Birkin cantare Hey Joe, celebre hit di Jimi Hendrix e di tanti altri, mi è venuto da ridere e mi sono chiesto se tutto il film non sia stato un colossale scherzo.
Visto il 1° maggio, con cinema quasi pieno: qualcuno si è sorbito le due parti una dietro l’altra…

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