Ho letto “Il caso Kakoiannis-Sforza” di Francesco Recami

Per vari motivi Consonni aveva giurato di non occuparsi più di queste cose, e del crimine in generale, di qualsiasi tipo.
Non è un romanzo. E’ una batteria di fuochi d’artificio che esplodono a ogni pagina con tutti gli effetti possibili, sotto forma di luce, colore, rumore… In questo quarto romanzo sul mondo che si affaccia da una casa di ringhiera milanese, Francesco Recami dispiega tutto l’armamentario di cui ha fatto tesoro nelle tre puntate precedenti, La casa di ringhiera (2011), Gli scheletri nell’armadio (2012), Il segreto di Angela (2013). Da leggere rigorosamente nell’ordine per arrivare a godere di questa scoppiettante storia. Con tanto materiale messo da parte per lo scrittore fiorentino è stato giocoforza scrivere una ulteriore storia che le ricomprendesse tutte.  Protagonista è come sempre l’Amedeo Consonni, tappezziere in pensione con il pallino dell’indagine. Un hobby che gli ha in qualche modo rovinato la vita: la vicina di casa Angela Mattioli con la quale ha avuto un’amichevole relazione gli ha sbattuto la porta in faccia, mentre sua figlia Caterina gli ha tolto la possibilità di trascorrere sereni pomeriggi con l’adorato nipotino Enrico.
La nuova indagine di Amedeo si svolge nell’ambito del bel mondo milanese. La ricca e bella imprenditrice nel campo della moda Luisa Kakoiannis-Sforza lo ha incaricato di cercare la figlia Marilou, scomparsa da qualche giorno senza dare notizie. Parallelamente la Mattioli si sta disperando per la scomparsa di un memoriale alquanto scabroso che riguarda un’avventura occorsale (narrata in Il segreto di Angela). Incautamente lo aveva affidato per una lettura assolutamente riservata proprio all’Amedeo. Che se lo è perso.
Questa volta Amedeo l’aveva fatta troppo grossa. Non solo era parso quasi del tutto indifferente a ciò che lei gli aveva comunicato, tramite il suo manoscritto…
Ma l’anonimo manoscritto, attraverso stanze e scrivanie insospettabili, è giunto nelle mani di un importante editore che lo ha trovato interessante e lo vuole pubblicare.
Le due storie scorrono contemporaneamente fino ad incrociarsi e a concludersi insieme, ma intanto hanno smosso e tirato in ballo tutti i personaggi della casa di ringhiera: l’ottantatreenne Luis De Angelis con la sua BMW Z3 questa volta innamorato di una matura e procace ostessa meridionale (“T’e vist? Qui rifanno tutto, tiran su i grattacieli”); l’alcolista Claudio buttato fuori di casa dalla moglie Donatella; il muratore Antonio già sospettato di aver fatto fuori la fidanzata e ora finito sotto la protezione di Angela (…nonostante tutti i grattacapi che aveva, non voleva mancare all’impegno di dedicare almeno un’ora al giorno alla rieducazione di Antonio); la vicina ficcanaso e curiosa Mattei-Ferri, finta paraplegica, che questa volta finisce col diventare una consulente per il gossip (Per la Mattei-Ferri per un problema che si risolveva se ne presentavano due nuovi: cambiava solo la scala, dal gossip di ringhiera a quello planetario). E naturalmente ci sono Caterina, Enrico, Giulia che è la figlia di Angela…
Nella sua indagine, portata avanti con il consueto buon senso e metodi empirici, Amedeo entra in contatto con un mondo che non è il suo, fatto di calciatori e belle fanciulle, e quindi droga e sesso, alberghetti compiacenti, locali alla moda, gallerie d’arte. Ma è tutto vero oppure è una colossale cantonata dell’Amedeo?
“E allora? Che roba è?”
“E’ materiale specifico per il bondage…”
“Bondage? E cus’è che l’è il bondeig?”
Mentre Angela deve invece fare i conti con la rutilante editoria milanese: Ti mangio in un sol boccone, editor di merda. Non lo disse ma lo pensò. (…) Tu dove hai studiato, alla scuola Holden? Bei titoli, cretinetti.
Nonostante sia principalmente una commedia – memorabili le pagine dedicate alle risse ai giardinetti, dove Enrico, quattro anni, tiene a bada bambini, genitori, nonni inferociti – l’aspetto noir c’è eccome ma Recami lo relega nelle ultime pagine e là fuori, nella Milano della Bovisa, dell’Ortica, di Porta Garibaldi, come volesse lasciare intonsa la casa di ringhiera. Un unico appunto, troppo facile chiamare Adrem il delinquente rom di turno.
Lettura divertente, a parer mio il più riuscito libro di Recami.

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