Ho letto “Sangue blu” di Pieter Aspe

E’ uscita una nuova inchiesta del commissario Van In, nel frattempo devo essermi perso una puntata della serie, perché qui lo ritrovo più o meno felicemente accasato con il sostituto procuratore Hannelore Martens e con due pargoli. Recupererò.
Dostoevskij aveva ragione. L’amore era un gioco in cui non potevano esserci vincitori. Il rosso era la passione, il nero simboleggiava il dolore. Vincere o perdere non importava.
L’antefatto è il ritrovamento di un ricco esponente della borghesia di Bruges, il magistrato Markus Heydens, impiccato nella sua bella casa.  Tutto lascia ritenere che si tratti di un suicidio, ma alcune lettere minatorie pervenute nelle mani del figlio Valentijn inducono la polizia ad approfondire il caso. Valentijn Heydens, che in passato ha avuto una relazione con Hannelore, si era messo in contatto con la donna per esternare le sue preoccupazioni. Van In, geloso come un Otello, perde le staffe di fronte ad un possibile ritorno di fiamma della compagna verso l’antico fidanzato. Il loro rapporto va in crisi, ma il prezioso braccio destro, il brigadiere Guido Versavel, riesce sempre a riportare il commissario verso una logica ragionevolezza. Tra l’altro non facendogli mai mancare una birra, di una marca ben precisa di cui è ghiotto.
Van In infilò il naso nella schiuma della Duvel ghiacciata.
La storia è comunque assai più complessa e si deve scavare indietro, nella vita privata del morto fino all’epoca della scuola, quando faceva gruppo con altri giovani scapestrati poi diventati tutti importanti personalità della città fiamminga. Tra questi il futuro notaio Henri Broos e un rampollo della casa reale. La propensione ad archiviare il caso come un suicidio da parte dei capi di Van In, il procuratore Beekman e il commissario capo De Kee, si scontra però con un altro cadavere, quello di Wilfried Delanghe, ritrovato in casa imbavagliato e ricoperto da una moltitudine di libri.
In una casa in cui è morto qualcuno regna un silenzio persistente che non lascia impassibile neppure chi non crede.
Comune denominatore nelle vite di Delanghe e Heydens, e del notaio Broos, è una donna, Leona Vidts, che ha avuto relazioni e figli con tutti e tre: Valentijn Heydens, Diana Delanghe, Joris e Virginie Broos. Ognuno dei quattro con inquietanti problemi e con buoni motivi per puntare alle eredità. Insomma, un intreccio familiare molto complesso, quasi ibseniano.
A complicare il quadro è l’appartenenza dei protagonisti alla massoneria di Bruges a cui sono affiliate anche le autorità cittadine, in un clima di reciproche protezioni e coperture.
Van In sorrise tra i denti. I massoni sono uomini senza Dio, gli aveva sussurrato all’epoca la madre con voce tremante quando faceva il monello. Rapiscono i bambini, li mettono in forno e se li mangiano.
Come al solito Pieter Aspe mescola nei suoi romanzi vari ingredienti, a volte non strettamente funzionali alla storia. Questa volta usa la tratta dei clandestini e una banda che favorisce i passaggi dal Belgio all’Inghilterra. E poi c’è il coinvolgimento dei Coburgo, la casa reale del Belgio, da cui il titolo Sangue blu lascia già intuire qualcosa. Guido Versavel e Hannelore Martens hanno un ruolo meno marginale rispetto ai romanzi precedenti a sostegno di Pieter Van In che ancora una volta si dimostra investigatore capace ma soprattutto uomo altruista e coraggioso, a dispetto delle tante Duvel bevute. (Al prossimo romanzo terrò il conto).
Il trionfo è una sensazione che rientra nella categoria delle soddisfazioni fugaci, un surrogato che gli stolti spesso confondono con la felicità.
Al libro è abbinato un concorso a cura di Fiandre Turismo e Fazi Editore: rispondendo a una semplice domanda si può vincere un weekend per 2 persone a Bruges. A prescindere dal concorso, i romanzi di Pieter Aspe – con le ambientazioni nelle piazze, caffè, canali, monumenti – costituiscono un bel veicolo di propaganda turistica per quella regione. A me è già venuta voglia di andarci.
La felicità coagula lo spirito, fa dimenticare il passato e rende il futuro un dettaglio irrilevante.

Il quadrato della Vendetta (2009)
Caos a Bruges (2010)
Le maschere della notte (2010)
La quarta forma di Satana (2011)

 

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