Ho letto “Gli anelli di Saturno” di W.G. Sebald

Ciò che noi percepiamo sono solo luci isolate nell’abisso dell’ignoranza, nell’edificio del mondo investito da fitte ombre.
Inizio la recensione con questa splendida frase di Thomas Browne che Sebald riporta nel primo capitolo perché esprime e condensa quanto io percepisco nel leggere libri: la mia profonda e abissale ignoranza.
Non mi dilungherò su Sebald scrittore, ma due parole su di lui vanno dette. Tedesco, trapiantato a Norwich dove ha insegnato letteratura europea all’università, è considerato uno dei più grandi scrittori inglesi del ‘900 quantunque non abbia mai smesso di scrivere in tedesco. Si dice che avrebbe presto meritato il Nobel per la letteratura se un incidente d’auto nel 2001 – pare provocato da un infarto mentre era alla guida – non lo avesse sottratto a soli 57 anni ai suoi cari e ai lettori affezionati. Che sono molti di più in lingua inglese che tedesca, mentre le traduzioni in italiano cominciano ad essere faticosamente conosciute grazie ad Adelphi. Intanto c’è una difficoltà di fondo ed è la grandissima erudizione dell’autore. I suoi libri sono pieni di rimandi stimolanti e se non sei un lettore superficiale non puoi fare a meno di fermarti e approfondire a parte ciò che stai leggendo. Inoltre non usa paragrafi o capoversi, di conseguenza le pagine sono una sequenza compatta di caratteri tipografici che può spaventare il lettore meno motivato. Per contro, inserisce fotografie in bianco e nero da lui stesso scattate e materiale iconografico raccolto in archivi che ha frequentato. Non basta ancora. I suoi libri si configurano come un genere letterario a parte. “Gli anelli di Saturno” non è un romanzo, non è un’autobiografia, non è un saggio, non è un libro di storia, non è letteratura di viaggio, sebbene il sottotitolo reciti “Un pellegrinaggio in Inghilterra”: è tutto questo e molto altro ancora.
Negli anni ’90 Sebald inizia un percorso solitario a piedi nel Suffolk (a proposito, nel leggerlo è consigliabile avere a portata di mano una cartina dell’East Anglia…). La zona è una striscia poco abitata tra le colline e il mare, che lo scrittore non perde mai di vista. Ci sono ville abbandonate, sontuose residenze decadenti, misteriose costruzioni militari risalenti ai tempi della guerra fredda, campi d’aviazione da cui partivano i bombardieri verso la Germania (erano 67 dopo il 1940!). I dieci capitoli di cui il libro si compone iniziano sempre dalle osservazioni dei luoghi in cui si trova e delle persone che incontra per poi trasformarsi in viaggi nella memoria personale dello scrittore e in quella indelebile della collettività che ci circonda.
Solitario e saturnino – così si definisce e da qui il titolo – Sebald non disdegna tuttavia l’ironia che traspare talvolta in alcune pagine.
Più tardi, nella grande sala da pranzo dove quella sera l’unico cliente ero io, fu quella stessa creatura spaurita a prendere la mia ordinazione e poco dopo a servirmi un pesce, che per anni doveva essere stato sepolto nel congelatore e contro la cui corazza impanata, e a tratti bruciacchiata dalla friggitrice, i rebbi della mia forchetta si storsero.
Thomas Browne, lo scienziato inglese del Seicento, nato a Norwich, fa un po’ da filo conduttore alla passeggiata di Sebald, fin dal primo capitolo in cui l’autore racconta la storia del suo teschio e ipotizza la sua presenza nel famoso quadro di Rembrandt “Lezione di anatomia”. Ancora Browne compare nell’ultimo capitolo in cui Sebald traccia la storia della sericoltura in Europa, dalla comparsa dei primi bachi in Francia, provenienti dalla Cina, all’estendersi dell’allevamento in Inghilterra e in Germania durante il Terzo Reich.
Dalla visita ad un archivio, da un quadro, da un libro antico sfogliato, da un paesaggio osservato, Sebald si estrania dalla sua passeggiata in Inghilterra, parte per un viaggio attraverso i secoli e i continenti e ci racconta di principesse cinesi, di aringhe e storia della pesca, di battaglie navali, di navigatori polacchi, di storia coloniale, di agghiaccianti vicende di bambini ebrei deportati in Croazia e cresciuti nella religione cattolica.
Le osservazioni di Sebald sono a volte sorprendenti: In effetti ancora oggi si riscontra in Belgio una particolare bruttezza che solo di rado è possibile osservare altrove e che, improntata all’epoca della rapina coloniale in Congo, si manifesta nell’atmosfera macabra di certi salotti e in una sorprendente deformità fisica della popolazione. (…) Ciò andava imputato a un fatto in sé deplorabile, ma pressoché irrimediabile, ovvero che il clima del Congo scatenava nelle menti di parecchi bianchi una specie di demenza, della quale purtroppo non sempre si potevano prevenire in tempo gli effetti.
E ancora Sebald narra le vicende di Teodor Konrad Korzeniowski (Joseph Conrad), del barone di Chateaubriand, del poeta decadente inglese Algernon Swinburne che always walks in the morning, writes in the afternoon and reads in the evening. And, what is more, at meal times he eats like a caterpillar and at night he sleeps like a dormouse. (Testo lasciato in inglese nella traduzione italiana).
Per tornare alla citazione iniziale sull’ignoranza, “Gli anelli di Saturno”, trattando della sparizione di intere foreste in Inghilterra come in altri continenti, mi ha fatto scoprire che il Brasile deve il suo nome alla parola con cui in francese si designa il carbone di legna. Non ci avevo mai pensato!
Voglio chiudere la mia personale recensione di questo straordinario libro con un’ultima riflessione di Winfried Georg Maximilian Sebald:
Per settimane e mesi ci torturiamo invano il cervello, e a chi ce lo domandasse non sapremmo dire perché continuiamo a scrivere, se per abitudine o per ambizione, oppure perché non abbiamo imparato a fare altro, o per la meraviglia che ci prende davanti alla vita, o magari per amore della verità, per disperazione o indignazione, così come non sapremmo mai dire se scrivere accresca in noi la saggezza o la follia.
Leggetelo.

Share this nice post:
Questa voce è stata pubblicata in Libri. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*