Ho visto in anteprima “Vinylmania – when life runs at 33 revolutions per minute”

Piatto, amplificatore, casse. Tutto qui? No, c’è ancora una puntina di diamante che legge i microsolchi e li trasforma in suono. Una suggestione che si ripete giusto da cento anni e che Vinylmania ci aiuta ad attraversare. L’idea di questo film è venuta a un giovane dj e filmmaker, Paolo Campana, fanatico del vinile e collezionista egli stesso. Ne è scaturito un lavoro curioso e ben realizzato che ci porta in giro per il mondo a scoprire cosa è stato e cosa rimane del disco in vinile a 33 giri o meglio, come recita in inglese il sottotitolo del film, a 33 rivoluzioni al minuto. Scopriremo così che il vinile è vivo e vegeto, è sopravissuto all’avvento del digitale e si appresta ad affrontare una nuova primavera. Ma soprattutto vedremo che attorno ai dischi 45 o 33 giri ruota un mondo fatto di cultori fedelissimi e appassionati, gente che per nulla al mondo cambierebbe il fruscio della puntina con il suono asettico e perfetto dei sistemi di registrazione e riproduzione tecnologicamente più avanzati.
“Hai l’oggetto, ma quello che conta è immateriale, l’opera registrata che c’è dentro” dice il francese Chris De Gan, un’incredibile figura di collezionista e commerciante che è riuscito ad abbinare la passione con il business. Il regista ci fa conoscere alcuni di questi personaggi, visitando mercatini e negozi disseminati in tutto il mondo. E non si creda che i collezionisti siano dei nostalgici figli dei fiori in quiescenza, perché ci sono tantissimi giovani cultori del vinile.
Poi ci fa incontrare il fior fiore dei dj, veri artisti del vinile, come il giapponese Dj Kentaro (“Il mio lavoro assomiglia a quello di uno chef di cucina che opera dal vivo”) oppure il londinese Eddie Piller (“Il cd è una menzogna, con un cd suoni una copia dell’onda prodotta da un microsolco”) o ancora il newyorkese Rich Medina (“Con i dischi devi essere delicato, come un padre con il figlio”). E quando il lavoro sublima nell’arte ecco una performance pubblica di Philip Jeck, acclamato compositore multimediale.
Campana ci porta anche alla GZ di Praga, la più grossa fabbrica al mondo, dove vediamo nascere i dischi dalla materia prima, una poltiglia nera informe, nella quale poi viene ‘soffiata l’anima’.
Londra, Tokyo, Parigi sono altre tappe di questo sonoro e coloratissimo viaggio di cui fanno parte anche le copertine, che hanno sempre accompagnato – e alcune volte determinato – i grandi successi musicali. Come Abbey Road, il mitico album dei Beatles del 1969, dove il nostro regista si esibisce in un attraversamento sulle strisce pedonali più famose al mondo. Le genesi di alcune storiche illustrazioni sono spiegate da Peter Saville, famoso per le copertine dei Joy Division, e da Winston Smith, altrettanto celebre per i dischi dei Dead Kennedys. Se siamo su un versante troppo punk ecco allora che Paolo Campana ci porta a conoscere il più compassato Philip Cohen Solal, fondatore e tastierista dei Gothan Project, qui in veste di collezionista di ben 20 mila dischi. E se ci sembrano tanti, cosa dire dell’Archivio di Musica Contemporanea di New York diretto da Bob George che ne raccoglie due milioni?
Brevemente Paolo Campana ci rammenta ancora che il vinile è anche documentazione e memoria storica e propone alcune immagini dell’opera “The Record Archive, in process” dell’artista israeliano Dani Gal, un’installazione di 234 vinili di contenuto politico apparsa nella primavera 2010 alla Gam di Torino nella mostra “Tutta la memoria del mondo” curata da Elena Volpato.
Questo viaggio affascinante nel vinile prodotto dalla Stefilm International di Torino è un lungometraggio di 75 minuti di prossima programmazione sui canali ZDF/Arte (Francia e Germania) mentre in Italia, dove pur si avvale della distribuzione di Cinecittà Luce, una diffusione non è ancora programmata. Intanto regista e produttori stanno lavorando a una trasformazione del prodotto in un ricco dvd, con molti contenuti extra, attraverso il sistema americano Kickstarter, innovativa forma di crowdfunding – una sorta di finanziamento popolare – che ha già generato centinaia di progetti di diverso genere.

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