Ho letto “Andorra” di Peter Cameron

E’ incredibile la facilità con cui, volendo o avendone la necessità, si può cambiare vita.
Partendo da questo assunto iniziale giunge ad Andorra Alex Fox, un misterioso passato da dimenticare. Per rifarsi una  vita ha scelto il piccolo staterello tra i monti, paradiso fiscale (Cameron per licenza letteraria lo colloca tra i monti sì, ma anche sul mare…). Fox arriva da Parigi in treno e subito ci fa capire perché: Come regola generale – e temo di essere il tipo di persona che crede in tali regole – mi piace arrivare in treno nei posti nuovi.
Si sistema nel miglior albergo della città di La Plata, l’Excelsior, andando a occupare una sublime stanza in cima alla torretta, da cui domina buona parte del paesaggio. L’intenzione è però di trovarsi presto una sistemazione più comoda, prendendo in affitto una casa.
Girai intorno alla piazza osservando i tipi di negozi, che sembravano una perfetta combinazione di pratico e decadente: ciabattini e cartolai erano vicini a pellicciai e gioiellieri. Decisi di entrare dal cartolaio.
Fox per una settimana vive da turista e intanto fa conoscenza con alcune persone. Mrs Ricky Dent, per esempio, e il suo enorme cane Dino, incontrata in un ristorante. Donna affascinante. Fox scoprirà presto che anche Mr. Dent si chiama Ricky.
…con che velocità le nuove vite diventano vecchie!
L’indole di Alex Fox sarebbe piuttosto quella di mantenere le distanze, di non lasciarsi trascinare in nuove amicizie. Attraverso un’anziana ospite dell’Hotel Excelsior viene a conoscenza di una casa in affitto e il mattino seguente riceve già una lettera della famiglia proprietaria, i Quayle, con un invito a pranzo per parlare della futura sistemazione. Non è esattamente ciò che si aspettava ad Andorra, ma la voglia di un alloggio definitivo è tanta e quindi accetta l’invito.
…non volevo che il primo giorno della mia nuova vita fosse macchiato da una menzogna…
I Quayle sono un famiglia molto in vista a La Plata e hanno segnato un po’ la storia di Andorra. Vivono in una sorta di maniero affacciato sul mare, con tanto di spiaggia privata. Mrs Sophonsobia Quayle ha due figlie da marito, Jean, riservata e non bellissima, e Nancy, affascinante e spigliata. Jean accompagna Fox a visitare l’alloggio di uno zio, sistematosi a Ceylon. Entusiasta della proposta Fox accetta di sistemarsi lì e nel congedarsi ci scappa un bacio quasi casto con la sua accompagnatrice.
Baciare qualcuno per la prima volta è sempre una specie di miracolo, un viaggio inebriante lungo le rapide di uno strano fiume.
Chi è veramente Alex Fox? Meglio non saperlo subito e scoprirlo poco alla volta leggendo questo fantastico romanzo. Si sappia soltanto che da questo momento è preso nella rete di due donne: Ricky Dent e Jean Quayle. Una situazione davvero ambigua, come molto ambigua è la coppia stessa di suoi amici, i signori Dent.
Mi sentii in trappola e decisi di fingermi assente: i colpi alla porta preludono sempre a qualcosa di più vasto e complicato che io non mi sentivo pronto ad affrontare.
Peter Cameron applica la tecnica del progressivo disvelamento. Alex Fox si racconta in prima persona e qualcosa di lui veniamo a sapere un po’ per volta dai dialoghi con le due donne. Comprendiamo presto che ha una bella attitudine a mentire e a tenere il piede in due scarpe.
“Tu fai finta di essere una persona perbene, uno degli inganni peggiori che esista. Inizi una relazione come se fossi un galantuomo quando sai benissimo di non esserlo”.
Nel suo personaggio ho trovato qualcosa di Axel Vander, l’oscuro professore di John Banville in L’invenzione del passato, che si “perde” a Torino vittima dei suoi colpevoli fantasmi. Come pure vi trovo echi di Treno di notte per Lisbona di Pascal Mercier e del suo protagonista, un altro professore, lo svizzero Raimund Gregorius, desideroso anche lui di un cambiamento.
“Che farò mai della mia vita”.
“oh, non c’è da fare proprio niente. Meno si fa, meglio è”.
Andorra
è davvero un libro sorprendente, Peter Cameron (Un giorno questo dolore ti sarà utile, Coral Glynn, Il weekend) lo ha scritto nel 1997, Adelphi lo ha pubblicato nel 2014 (traduzione di Giuseppina Oneto) ma mi pare di poter dire che è un romanzo senza tempo, come i grandi classici.
…ero venuto ad Andorra da uomo fallito e mi aspettavo che fosse la geografia a redimermi.

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