Ho visto “Somos Mari Pepa” di Samuel Kishi Leopo (Milano Film Festival)

Presentato al Milano Film Festival che si conclude in queste ore, è l’opera prima di un trentenne messicano.
Dico subito del titolo. Somos Mari Pepa è il modo di presentarsi di un gruppo di adolescenti che vorrebbero essere una punk band, avendo come modelli Iggy Pop, i Ramones ecc. Richiesti di una spiegazione circa il nome che si sono scelti, Mari ovviamente sta per marijuana, Pepa se fossero italiani e non messicani sarebbe Topa…
Sono sedicenni con poca voglia di studiare, tanto meno di lavorare, ma tutti consci di essere a un bivio delle loro vite. La morale è che è difficile uscire dall’adolescenza e passare all’età adulta. Tutto il mondo è paese: in Italia come a Guadalajara. Alex, Bolter, Moy e Rafa passano le giornate estive tra lo skate al parco, le prove con le chitarre per partecipare a un concorso musicale, il cazzeggio sulle ragazze. Il film si concentra su Alex che vive con una nonna taciturna che si prende cura di lui (e viceversa). Si intuisce che è stato lasciato lì dal padre che probabilmente si è fatto un’altra famiglia. La nonna non parla mai: è maniaca della pulizia, si limita a preparare da mangiare al nipote e ascolta incessantemente un vinile con musica melodica messicana. Nella sua stanza Alex si esercita a tutto volume con la chitarra. Anche le famiglie degli altri ragazzi non paiono modelli di felicità: chi ha il padre disoccupato e autoritario, chi la madre che passa il tempo giocando a carte con le amiche. Inutile dire che le speranze di successo dei Mari Pepa sono destinate al fallimento (obiettivamente fanno della musica inascoltabile). Alex si fa addirittura rubare la chitarra. Non gli va meglio con le ragazze: una sera che si apparta con una tipa, si risveglia con i postumi di una sbronza, senza di lei e senza le belle scarpe da jogging. Quell’estate segna però uno spartiacque nella sua vita. Muore la nonna e si presenta il padre per chiudere la casa e riprenderlo con sé. Addio agli amici e ai sogni musicali. Si volta pagina.
Samuel Kishi Leopo ha sviluppato questo lavoro sulla base di un precedente cortometraggio realizzato con gli stessi ragazzi, ispirandosi ad alcune vicende personali, in particolare alla figura della nonna e al quartiere dove è nato.

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