Ho visto “Barbecue” di Eric Lavaine

E’ il filmetto giusto per riprendere confidenza con la stagione cinematografica, magari portandosi in sala i postumi delle vacanze. Il cinema francese ci ha abituati a pellicole di questo genere, in cui gruppi di amici si ritrovano, mangiano, bevono, litigano, ridono, le coppie si tradiscono e scoppiano. Questo è un gruppo di lionesi – come al solito della middle class, dove il cazzeggio è di alto livello e poi perché i film sui bassi strati sociali non fanno ridere – che condivide la passione calcistica per l’OL (Olympique Lyonnais) e per le corse podistiche, alternandole alle cene postpartita e alle mangiate domenicali, meglio se si tratta di barbecue nel giardino della bella casa di qualcuno. Accade che il cinquantenne Antoine, una vita da integerrimo salutista (a parte una barcata di amanti venticinquenni, ma in questo caso tutto il mondo è paese….), durante una 10km si accascia al suolo colpito da infarto. Di lieve entità visto il recupero rapido, ma uno di quegli eventi che di solito fanno suonare un campanello d’allarme sulla propria salute. Lui si comporta esattamente al contrario di quanto gli viene suggerito: getta alle ortiche gli attrezzi ginnici e l’attività fisica e si concede tutti gli stravizi, dal fumo alle gozzoviglie gastronomiche, alcolici compresi. Per l’estate anziché la solita Arcachon viene scelta una villa in pietra sulle colline del Midi, con tanto di piscina e stanze per tutti gli amici. Il rapporto di Antoine con la moglie Véronique si incrina (tra l’altro scopre che se la intende con il suo cardiologo), mentre Olivia e Baptiste sono lì ma si sono appena separati, Yves è pistino e sua moglie Laure è noiosa, Laurent è nervoso perché ha problemi economici e li tiene nascosti alla moglie Nathalie. L’unico personaggio apparentemente senza problemi è il single Jean-Mich che di mestiere fa il meccanico per le auto di tutti quanti. Le due settimane di vacanza proseguono tra alti e bassi, emergono frustrazioni, dissidi, antichi e reciproci rancori e alla fine Antoine rompe i ponti con tutti. Ma c’è una ripresa dopo qualche tempo: Antoine sente la mancanza degli amici, che hanno continuato a frequentarsi senza di lui e si presenta da Yves per riconciliarsi con tutti con una nuova mangiata (questa volta di cozze).
Unica vera star del film è Lambert Wilson, una filmografia lunga così ma che si ricorderà per il brillante Molière in bicicletta. Degli altri ottimi attori (Barbecue è un film corale) ci si chiede “dove l’ho già visto?” e allora Franck Dubosc (Baptiste) ha fatto Benvenuto a bordo, dello stesso regista Éric Lavaine; Guillaume de Tonquédec (Yves) era il pessimo direttore del grande magazzino in Il paradiso degli orchi; Lionel Abelanski (Laurent) era in Troppo amici e Gli infedeli; Jérôme Commandeur (Jean-Mich) in Giù al Nord; Valérie Crouzet (Nathalie) era in Quando meno te lo aspetti. Insomma, una bella squadra di commedianti. Mi sono fatto grasse e sincere risate. Senza pretendere troppo.

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