Caro Sasha, te ne sei andato dopo tredici anni di vita difficile. Hai vissuto malgrado. Malgrado una deformazione che non ti lasciava muovere correttamente. Malgrado qualcuno consigliasse di sopprimerti appena nato. Marta non aveva voluto e tu sei cresciuto bello florido nella tua folta pelliccia. Peccato non riuscissi a muoverti bene. Ogni due passi ti cadeva il posteriore e dovevi ripartire. Vederti salire una rampa di scale era una sofferenza per tutti. Impiegavi una settimana! Facendo un paragone con la meccanica eri come un’auto a cui si grippa l’asse posteriore oppure come un treno che, messo sui binari, deraglia in continuazione. Nonostante questi problemi eri il più bravo a prendere lucertole, topi, serpenti e qualche malcapitato volatile. Anche come appetito ti difendevi e poi regalavi dei sontuosi ronron a chi ti faceva qualche coccola. Alla fine ti sei ammalato seriamente e la tua agonia è stata molto triste. Non sono fanatico dei gatti come Marta, ma mi è sembrato giusto farti un saluto. Tu sei stato un gatto speciale.
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