Ho letto “I diavoli” di Guido Maria Brera

E’ abituato alla tracotanza dei trader della vecchia scuola, alla cruda esibizione del potere, alla ricchezza sfoggiata senza stile…
Derek Morgan e Massimo De Ruggero sono trader di una grande banca americana e lavorano a Londra. L’uno il capo dell’altro. Derek sta per tornare alla casa madre e lascia a Massimo la direzione della sede londinese. Per lui è un salto di qualità, economico e di potere, enorme. Breda ce lo presenta nei rapporti con i suoi collaboratori, ma soprattutto nella vita privata: moglie e due figli, una famiglia italiana che vive agiatamente nella City. Ma il mondo della finanza è composto da diavoli (o squali, o lupi…) e l’economia mondiale è sottoposta a continui stress. Tra New York e l’Europa si profila uno scontro che vede contrapposti proprio Derek e Massimo.
Per preservare la leadership americana è disposto perfino a bloccare la rotazione terrestre, chiudere il pianeta in una bolla d’immobilità….Immagina una minoranza sempre più ristretta a controllare gli asset strategici, tutti gli altri a impoverirsi.
Complici un’operazione azzardata che porta la banca molto vicina al tracollo e una situazione famigliare che inizia a dare segni di stanca, Massimo decide di lasciare il lavoro e trasferirsi con il figlio più piccolo in Toscana, mentre la figlia quattordicenne resta a Londra con la mamma. Non gli stavano più bene le pieghe che prendeva il mondo: La finanza sta sfasciando tutto, divorando l’economia reale. E le divergenze con Derek sui comportamenti da tenere hanno incrinato un rapporto di amicizia ventennale: Distruggere la middle class significa eliminare un gradino della piramide sociale.
Con i risparmi (piuttosto cospicui) decide di finanziare una ricerca per la ripopolazione del tonno rosso nel Mediterraneo. Quello del tonno è sempre stato un suo pallino che ha trasmesso anche al figlio. D’altra parte per descrivere il mondo della finanza fa riferimento alla metafora della tonnara mentre per spiegare l’accumulo delle ricchezze nelle mani di pochi Massimo spiega che è come una nevicata in montagna, la neve cade e si accumula soprattutto nei punti dove ce n’è già tanta.
Con l’intento di raccontare la finanza internazionale ‘dalla sua scatola nera’, come recita il sottotitolo del libro, Guido Maria Brera (di mestiere è a capo di una società di gestione patrimoniale) ha scritto un fumettone in cui dissemina frasi lapidarie …la morte è la fine, mentre la scomparsa è un monito….  “la civiltà cos’è?” “un modo elegante per dire guerra” …avvantaggia qualcuno e prima o poi ti sarà nemico che tuttavia non aiutano a capire a fondo i meccanismi della finanza. Neppure quando si avventura in assiomi come Qualcuno a Francoforte preferisce difendere posizioni di principio e combattere guerre di religione in nome dell’affidabilità tedesca oppure La General Motors perdeva producendo macchine e guadagnava prestando soldi a chi, quelle macchine, le comprava.
E allora è meglio concentrarsi su ciò che resta: la storia personale del protagonista Massimo, i figli, l’ormai ex-moglie, gli amici veri ma trascurati, le amicizie di lavoro. Allo stesso modo restano alcune immagini forti come la partita a tennis sotto la cupola di vetro della Royal Albert Hall di Londra nel silenzio di un’enorme sala vuota o il blitz moto+aereo+elicottero (e viceversa) da Londra all’Argentario in giornata per colpire l’immaginario di una segretaria. Roba da soap opera. Il libro ha venduto molto.
Si dice che i mercati hanno un modo infallibile per prevenire il futuro: causarlo.

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1 risposta a Ho letto “I diavoli” di Guido Maria Brera

  1. cristina scrive:

    Dai, il taglio fumetto/soap ci sta per un finanziere non romanziere. Divulga…

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