Ho visto “Amore, cucina e curry”

E’ un vero peccato sprecare così la presenza di una big del cinema mondiale (e del teatro, e della televisione…) come Helen Mirren. Sicuramente però l’attrice britannica (di origini paterne russe, premio Oscar per The Queen, più tre nomination nella sua lunga carriera, ricordiamola anche moglie di Hitchcock nel film di Sacha Gervasi), si sarà divertita a interpretare questa algida tenutaria di un ristorante stellato della provincia francese. E pensare che per produrre questo insulso filmetto si sono scomodati addirittura Steven Spielberg e, udite udite, Oprah Winfrey, quella dell’omonimo show televisivo americano, già attrice con lo stesso Spielberg in Il colore viola (1985) e recentemente in The Butler – Un maggiordomo alla Casa Bianca. Ma soprattutto la regina dei talk show è rimasta soggiogata dal nostro presidente del consiglio, tanto da twittare: really enjoyed meeting the Prime Minister. He was really gracious, engaging, charismatic and COOL. Boh! Ma torniamo al film la cui regia è stata affidata al mestierante svedese Lasse Hallström (dimestichezza col cibo in Chocolat e poi tra i lavori meno datati Hachiko, Il pescatore di sogni e L’ipnotista).
Perché sono tanto critico? Ma perché i film sul cibo e sulla cucina (e i programmi televisivi, e i libri, e le fiere….) hanno veramente stufato. Vogliamo fare l’elenco delle banalità e dei déjà vu?
Famiglia indiana che si trasferisce in Europa alla ricerca del successo. Prima Londra poi Francia. Naturalmente sono ristoratori e hanno soldi a sufficienza per comprare rudere di vecchia bettola e trasformarla in ristorante etnico. Molto casualmente, locale è dirimpettaio di rinomato ristorante francese con 1 stella Michelin. Rivalità tra proprietari, rivalità tra chef, contrapposizione cucina classica-cucina etnica (ma qui valigetta con misteriose e vincenti spezie!). Successo di ristorante indiano e giovane chef Hassan cooptato da proprietaria dello stellato che in un anno grazie a indiano raggiunge seconda agognata stella (Michelin). Nel frattempo tenera storia d’amore e timida rivalità tra chef e sous-chef. A questo punto Hassan bi-stellato cede a lusinghe lussuoso locale parigino desideroso terza stella (Michelin). Mescolamento cucine franco-indiane in nuova strepitosa cucina molecolare. Innovazione, innovazione, innovazione! Grande notorietà, giornali, tv, copertine! Ma crisi chef non contento successo e ritorno a restaurant di partenza per prenderlo in gestione e impalmare sous-chef sotto occhio amorevole proprietaria locale Madame Mallory che intanto “quasi si fidanza” con burbero papà Kadam (Om Puri, grande attore di tanti film di Bollywood, dalla chilometrica filmografia in India e in Occidente, ultimo Il fondamentalista riluttante) di belloccio chef Hassan. Scommettiamo qui in ristorante provincia presto terza stella (Michelin)?
Insomma, infinito scontro avanguardia-tradizione, belle immagini mercati, piatti, cucine. Vince il cibo ma perde il cinema. Sponsor Michelin? Con tanti saluti a Auguste Escoffier e Gordon Ramsay.

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