Ho letto “La cerimonia del massaggio” di Alan Bennett

Una scrittrice molto acclamata, notando le sigarette, sussurrò: “Si può fumare”.
Il suo accompagnatore scosse il capo. “Non credo”.
“Non c’è il cartello. E’ quello là?”
Cercando gli occhiali, scrutò una targa attaccata a una colonna.
“Credo che sia una stazione della Via Crucis” rispose l’altro.
“Ah sì? Comunque all’entrata ho visto un posacenere”.
“Quella era l’acquasantiera”.

Per apprezzare questo passaggio fulminante occore dire che il contesto è una chiesa durante una celebrazione funebre. Perché ...i funerali in sordina seguiti da chiassose celebrazioni sono oggi piuttosto frequenti. La natura definitiva della morte viene esorcizzata grazie alla suddivisione in due turni. Un tema che dà modo a Bennett di far esplodere tutta la sua dissacrante ironia.
Sono le esequie di Clive. Uno scapolo morto giovane. A trentaquattro anni. Per ricordarlo si sono dati convegno in gran numero i vip di Londra: scrittori, editori, presentatori, star del cinema e della tv (riferimento, questo, immancabile nei libri di Alan Bennett). Quindi il pettegolezzo è sulla bocca di tutti perché .…molti dei presenti si conoscevano tra loro e in pratica tutti conoscevano Clive, ma non tutti sapevano che lo conoscevano anche gli altri….I più, infatti, erano venuti con la presunzione di far parte di un ristretto gruppo di eletti.
Chi era veramente Clive? Ufficialmente il massaggiatore della Londra bene, che non disdegnava tuttavia un passaggio tra le lenzuola dei suoi clienti, sia uomini che donne, tutti inquieti riguardo all’eredità che il morto poteva aver lasciato loro. La funzione si fa sempre più esilarante con il susseguirsi degli interventi che entrano nei dettagli delle prestazioni di Clive, mentre padre Jolliffe ne perde totalmente il controllo. Sapeva di essere ingiusto nei confronti di Dio, ma aveva sempre pensato che la divinità avesse un côté malvagio. E il reverendo Geoffrey Jolliffe, i cui comportamenti in chiesa erano studiati attentamente dall’arcidiacono Treacher, non era rimasto proprio insensibile al fascino di Clive….
Insomma, “La cerimonia del massaggio” è una girandola irresistibile, un ritratto caustico e irriverente della società moderna, con i suoi vizi privati maldestramente celati da virtù pubbliche.

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