Ho visto “Sarà un paese” di Nicola Campiotti

Soltanto al termine della proiezione si ha una comprensione completa di quanto il regista ha voluto dire. Il filo conduttore è l’allestimento in una scuola elementare di uno spettacolo sul mito greco di Cadmo, la cui sorella Europa è stata rapita da Zeus. Come un novello Cadmo, il piccolo Elia, nove anni, si mette alla ricerca di un qualcosa accompagnato dal fratello Nicola, trentenne deluso dai continui colloqui di lavoro andati a vuoto. Insieme sono in viaggio lungo l’Italia, scoprendone i difetti e le speranze. Sempre secondo la mitologia greca, Cadmo trasmise ai Greci come dono l’alfabeto fenicio. Così Elia attraverso l’alfabeto scopre parole come L lavoro, G governo, D dei, F fabbrica, A altri, V virtù, B beni comuni, parole declinate sui temi dell’inquinamento, della sicurezza, del profitto, della disoccupazione, dell’immigrazione, delle religioni. Non è un quadro esaltante dell’Italia. Ma poi ci sono gli esempi virtuosi, tanti, per lo più in piccoli comuni o la ribellione di intere città alla camorra, come Ercolano. E c’è la crescita sostenibile o decrescita felice, la cui spiegazione è affidata ad un piccolo intervento di Serge Latouche con l’esempio della chiocciola. Così si riaccende la speranza. Da ultimo Elia trova finalmente l’Europa, nelle parole di tanti giovani di diversi paesi.
Il film è l’opera prima del trentaduenne Nicola Campiotti, figlio del regista Giacomo (Come due coccodrilli, Bianca come il latte, rossa come il sangue e poi tante mini serie tv). Ha una durata (77 minuti) compatibile con la fruizione che verosimilmente avrà, la visione nelle scuole come strumento di approfondimento e discussione sui tanti temi sollevati. Forse ridondanti e mescolati tra loro, tanto che a tratti non si capisce dove vuole andare a parare l’autore. Che poi è il difetto di tante opere prime, forse è il dazio che un giovane regista deve necessariamente pagare. Belle le immagini, particolarmente curate e alcune situazioni da ricordare.
Comunque il film nasce sotto i migliori auspici perché l’Unicef ne ha voluto fare il suo film-manifesto in occasione della ricorrenza del 25° anniversario della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, approvata il 20 novembre 1989. Quale miglior modo che guardare all’Italia e alle sue contraddizioni con gli occhi della curiosità e della speranza del piccolo Elia? In quest’ottica Sarà un paese mi pare abbia tutte le carte in regola. Distribuzione indipendente, uscita prevista nelle sale il 20 novembre.

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