Ho letto “Caos a Bruges” di Pieter Aspe

Escono alla spicciolata, tradotti in italiano e pubblicati da Fazi Editore, i libri di Pieter Aspe (una ventina, scritti dal 1995 a oggi) incentrati sulle inchieste del commissario Pieter Van In. Anche questa si svolge a Bruges dove qualche pazzo ha preso di mira i monumenti storici della città e li fa saltare a colpi di dinamite. Il sindaco incarica Van In di risolvere il problema. Assistito dal fido Guido Versavel, il suo assistente, e dalla bella sostituto procuratore Hannelore Martens, tra un whisky e una birra (le Duvel di cui è sinceramente appassionato) il commissario intraprende la difficile indagine. In realtà non si tratta di stanare un pazzo solitario ma di bloccare il disegno molto lucido di un gruppo economico-immobiliare, guidato da una sorta di congrega massonico-neonazista che ha addentellati all’interno del mondo politico e della magistratura. In cambio dell’approvazione di una variante urbanistica che sta per essere votata dal consiglio comunale e che consentirà di cementificare la storica città fiamminga, il gruppo si farà carico di ricostruire i monumenti appositamente fatti saltare. In un crescendo via via sempre più improbabile entrano a far parte della storia i conflitti politici e sociali tra fiamminghi e valloni (e questi ci possono anche stare…..), la mafia siciliana e addirittura il tesoro del Terzo Reich affondato nel lago Toplitz in Austria (fantomatiche casse piene d’oro e banconote, la cui ricerca il governo austriaco nel 2009 ha vietato per altri 99 anni……..)! Per la cronaca, la soluzione del caso arriva dalla testimonianza di una prostituta che il poco ortodosso commissario frequenta quando è a corto di informazioni. Insomma, il libro vive dei gustosi siparietti tra Van In e il suo assistente gay nonché delle schermaglie amorose tra il commissario stesso e la procace Hannelore. Poco simpatico risulta Van In, così come il suo creatore Pieter Aspe che in alcuni punti pare affetto da anti-italianità. Come quando scrive: “Mario rise come un pastore siciliano che ha appena acchiappato la pecora più bella del gregge”. Cosa avrà voluto dire? Ma poi, non erano i pastori sardi…..

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