Ho visto “Walking with Red Rhino” di Marilena Moretti (32 TFF)

Spero che lo vedano in molti e non soltanto quelli che lo hanno conosciuto. Marilena Moretti ha realizzato un documento straordinario su Alberto Signetto. Affettuoso, straziante, divertente. Sono quasi due ore in cui il regista di Mazzè (ma lui teneva alla sua nascita in Argentina) si è completamente messo a nudo. Aveva iniziato a raccontarsi davanti a una telecamera quando ancora stava bene e aveva mille progetti. Ha continuato a farlo, quando la malattia lo ha assalito, con il rigore intellettuale e l’intransigenza registica che ne hanno caratterizzato l’attività. Ancora mettendosi in gioco anche quando l’autoironia si è fatta drammatica e continuava a praticarla come quando raccontava delle esperienze di aiuto regista con Angelopoulos e Straub e Huillet. Mi ha colpito il rivendicare fortemente “le cazzate fatte nella vita, tutte” a differenza di tanti altri che giunti in una fase simile alla sua si rammaricano di non averne fatte. Marilena lo ha seguito per tre anni facendolo passeggiare e parlare di sé, della famiglia, dell’infanzia in Argentina, dei primi approcci con il cinema, dei suoi landmark culturali, dell’infinità di film e video realizzati in una magnifica confusione ma sempre con grande coerenza, infine lo sradicamento dai suoi luoghi più amati e da ultimo la battaglia contro il cancro.
Poi il montaggio. Tanto e tale era il materiale girato che la regista avrà faticato parecchio per racchiuderlo in un’ora e cinquanta, restringendo in pillole cortissime le citazioni dei suoi lavori, ma lasciando quasi per intero quel capolavoro di Weltgenie, girato in un’unica sequenza a ritroso quando il Lingotto non era più il Lingotto e non era ancora il Lingotto.
Con questo documentario Marilena Moretti ci ha fatto passeggiare con Alberto e ce lo ha fatto conoscere ancora meglio. Chissà cosa dirà da lassù: ci fulminerà con una citazione cinematografica o ci liquiderà con una battuta in piemontese?

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