Ho visto “Qui” di Daniele Gaglianone (32 TFF)

Daniele Gaglianone sceglie una decina di persone della Valle di Susa a vario titolo impegnate sul fronte No-Tav e le fa parlare. Ognuna davanti alla macchina da presa racconta un fatto o una situazione di cui è stata protagonista o testimone nella ormai ultradecennale opposizione alla linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione. Dieci-dodici minuti a testa, una dopo l’altra, fanno centoventi minuti di documentario. Il risultato non è certamente cinema. Tanto meno è videogiornalismo, posto che il regista sceglie di far parlare una parte sola dello schieramento. Unica eccezione è un audio di una dichiarazione del procuratore Caselli, chissà poi perché utilizzata da sola e in quel modo. Apoditticamente intitolato Qui, il documentario di Gaglianone chiarisce ancora una volta la posizione dei No-Tav. Parlano Gabriella Tittonel del gruppo “Cattolici per la vita della valle”, Aurelio Loprevite, speaker di Radio Blackout di Torino, Nilo Durbiano già sindaco di Venaus, Cinzia Dalle Pezze, Alessandro Lupi, ex carabiniere colpito da razzi lacrimogeni, Guido Fissore, ex consigliere comunale di Villarfocchiardo, Marisa Meyer che si è ammanettata alle griglie del cantiere di Chiomonte, Luca Perino con il figlio Francesco e la moglie Paola Jacob la cui abitazione è minacciata dal progetto dell’alta velocità.
Il documentario è realizzato a basso costo e si vede. Più che dalle riprese, dal montaggio che non restituisce il pathos che dovrebbero avere quelle storie. Il risultato è piuttosto noioso. Da un mero punto di vista filmico si salva la ripresa della signora cattolica che va a pregare accanto alle recinzioni che proteggono il cantiere.
Resta un documento che riepiloga la situazione e che il movimento No-Tav saprà utilizzare al meglio per i suoi scopi. Gaglianone, che ha scritto il soggetto con Giorgio Cattaneo, ha però fatto cose migliori.

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