Ho visto “Frastuono” di Davide Maldi (32 TFF)

Unico film italiano in concorso al 32. TFF, Frastuono mi è parso un lavoro un po’ debole, pur con tutte le attenuanti che si possono concedere a un’opera prima (o seconda che sia). Davide Maldi ha voluto mettere in parallelo due storie di ragazzi dell’appennino pistoiese: Iaui, un adolescente cresciuto con la sua famiglia in una comunità hippy del Popolo degli Elfi (nei pressi di Sambuca Pistoiese), che si divide tra passeggiate nei boschi, raduni rave e si diletta di composizioni di musica psy-trance (qui confesso la mia ignoranza); la coetanea Angelica, cantante leader del gruppo Tree B***h, una sorta di punk-rock da lei definito  “Minimal tribal”. Per entrambi il “frastuono” calza a pennello! A modo loro sono entrambi delle piccole star della musica tra i compagni di scuola e gli amici che frequentano. Hanno voglia di sentirsi liberi, cercano l’indipendenza fuori da quelle montagne e chissà che un giorno proprio la musica non li proietti al di là del loro ambiente. E il regista infatti li porta a Berlino, capitale della musica e delle tendenze giovanili.
La macchina da presa segue le due storie parallele e lascia interagire i ragazzi con i rispettivi amici. Non c’è nessun intento da parte di Maldi di trarre conclusioni sugli adolescenti di oggi. Lui stesso, classe 1983, in quell’età è passato da pochi anni. Si limita a osservare e filmare. Se mai altri protagonisti sono i luoghi in cui ha girato: borghi in pietra, chiese sconsacrate, suggestive casupole nei boschi.
I ragazzi sono Iaui Tat Romero e Angelica Gallorini. Il regista Maldi ha scritto soggetto e sceneggiatura con Lorenzo Maffucci e Nicola Ruganti, il montaggio è di Ilaria Fraioli. Le riprese hanno richiesto tre anni, tempo per i ragazzi di crescere e cambiare.
Forse è stato un po’ azzardato presentarlo in concorso.

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