Ho visto “Johnny English – La rinascita”

Non ho memoria del film del 2003, di cui questo rappresenta il sequel. Certo è che sono filmetti che passano senza lasciare traccia, se non quella momentanea di qualche battuta divertente. Mi accorgo ormai che in tante più sale vengono lanciati i film, meno mi interessano. Ho voluto provare a vedere “La rinascita” per la simpatia che mi ispira Rowan Atkinson e devo dire che le cose migliori sono soltanto alcuni rimandi alle gag di Mr Bean. D’altra parte, con quella faccia un po’ così che si ritrova, l’attore inglese non può aspirare ad altro.
L’agente segreto Sir Johnny English viene richiamato in servizio dopo un lungo addestramento in Tibet per sventare un complotto per uccidere il primo ministro cinese, orchestrato da componenti deviate di KGB, CIA e degli stessi suoi colleghi del MI-7 britannico. Su questo intrigo si innestano le numerose situazioni comiche e le citazioni dei film di 007 che i più accaniti cultori di James Bond possono divertirsi a riconoscere.
Regista di mestiere, Oliver Parker ha diretto anche cose più serie come gli adattamenti cinematografici di “Otello” e di opere di Oscar Wilde (“Un marito ideale”, “L’importanza di chiamarsi Ernesto”, “Dorian Gray”). Qui cambia registro e sembra divertirsi molto.
L’aspetto positivo è la quasi assoluta mancanza di volgarità che ne fa un film per tutti.

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